Se fino a qualche anno fa era utilizzata soltanto da poche persone, specialmente a livello del classico ‘tentativo’, oggi la sigaretta elettronica è si è diffusa invece in tutto il mondo generando un sempre maggiore interesse. Ma cosa è la sigaretta elettronica e soprattutto come funziona? La e-cigarette – questo il vero nome della sigaretta elettronica – è un dispositivo elettronico dotato di batteria che cerca di emulare il gesto di fumare tramite l’utilizzo di una soluzione di acqua, glicole propilenico, aromi, glicerolo e nicotina, anche se in quantità variabili od assente, della quale si possono aspirare i vapori. A renderla teoricamente più salutare rispetto ad una sigaretta normale è l’assenza del fenomeno di combustione e dei residui cancerogeni che ad esso sono connessi come il catrame, gli idrocarburi ed i policiclici aromatici.
La sigaretta elettronica cerca di emulare in tutto e per tutto il suo alter-ego classico grazie alla forma spesso del tutto identica od alla presenza ad esempio di un led luminoso che si accende quando si aspirano i vapori contenuti nel piccolo serbatoio di liquido, simulando la combustione del tabacco.
Il punto nodale del funzionamento di una sigaretta elettronica è senza dubbio il vaporizzatore o cartomizzatore che riscaldando il contenuto della cartuccia intercambiabile o del serbatoio lo trasforma in una sospensione gassosa. Questa, passando attraverso il filtro intercambiabile, trasporta le sostanze contenute nel liquido in forma praticamente inalterata. Ad azionare il vaporizzatore è chiaramente una batteria ricaricabile agli ioni di litio attivata da un sensore che percepisce il cambiamento di pressione quando si aspira.
Dal punto di vista dell’impatto sulla salute, a causa della relativa giovane età di questo tipo di prodotto e della sua diffusione sui mercati, non esistono ancora studi empirici o ricerche su vasta scala ma nonostante tutto sembra certo che, non essendoci alcuna combustione, questa sigaretta abbia un impatto certamente inferiore dal punto di vista tumorale. Per quanto infatti la nicotina sia una sostanza tossica, numerosi studi hanno dimostrato in passato la sua estraneità nei confronti della generazione di tumori.
Al contrario invece ad essa si ascrive la capacità di generare altissimi livelli di dipendenza psicologica che potrebbero rimanere invariati anche con sigarette elettroniche le cui cartucce ne contengono elevate quantità. Per questo motivo lo Stato italiano, con una nota del 2010, ha richiesto ai produttori di sigarette elettroniche di riportare sui loro prodotti le quantità di nicotina eventualmente contenute e, in questi casi, di apporvi le opportune indicazioni di tossicità.
Proprio dal 2010 inoltre la Liaf, Lega italiana Anti Fumo, ha intrapreso insieme all’università di Catania degli studi sull’impatto delle sigarette elettroniche i cui risultati, ad oggi, vanno verso una sostanziale non pericolosità di questi strumenti. Lo stesso studio evidenzia tra l’altro l’utilità della sigaretta elettronica per tutti coloro che intendano smettere di fumare.
Secondo un recente studio condotto negli Stati Uniti e pubblicato sulla rivista ‘Inalation Toxicology’ anche per quanto riguarda il ‘fumo passivo’, ovvero i vapori che vengono prodotti dal cartomizzatore delle sigarette elettroniche, non sembrano esserci effetti negativi sulla respirabilità dell’aria nei luoghi chiusi.