Sicilia, il ddl enti locali rallenta la sua corsa all'Ars - Live Sicilia

Il ddl Enti locali rallenta, divisioni interne a maggioranza e opposizione

Rinvio a Sala d'Ercole

PALERMO – Una pioggia di 350 emendamenti e un’Aula per nulla convinta del testo maturato in commissione: alla fine il ddl Enti locali rallenta la sua marcia all’Ars. Se ne riparlerà tra due settimane, il 15 ottobre, con un’incognita in più rispetto a quella già emersa da qualche giorno. Quello del voto segreto non è più l’unico fantasma che aleggia sul ddl, ora c’è il rischio concreto di un ritorno in commissione che potrebbe concretizzarsi proprio al primo passo falso della maggioranza.

Le crepe nell’opposizione

La seduta dedicata alla discussione generale sul ddl che ridisegna alcune regole della vita dei comuni siciliani viene monopolizzata dalle opposizioni, che a più riprese chiedono il ritorno del testo in commissione. Qualche crepa, a dire il vero, spunta anche tra le file della minoranza. C’è chi, come il presidente della commissione Antimafia Antonello Cracolici, parla di ddl “senza capo né coda” e chiede il ritorno del testo in commissione. Altri, come il coordinatore M5s in Sicilia Nuccio Di Paola, si proiettano al 15 ottobre: “Siamo pronti a ricorrere al voto segreto”.

L’appello di Di Paola alle opposizioni

Alla fine, complice la pioggia di emendamenti che denota evidenti spaccature anche nel centrodestra, la palla viene gettata in avanti dando più tempo ad entrambi gli schieramenti di registrarsi al proprio interno. Di Paola, convinto sostenitore della norma che dà la possibilità ai sindaci di nominare un nuovo assessore a costi invariati, si rivolge proprio ai compagni di opposizione: Pd e ScN. “Dimostriamo ai siciliani che questo schieramento ha una visione comune sugli enti locali”, dice nel suo appello in aula.

De Luca (ScN): “Il testo torni in commissione”

Il vice presidente vicario di Sala d’Ercole, che da giorni aveva lasciato intendere l’intenzione di ripresentare la norma sui nuovi assessori sotto forma di emendamento, chiede quindi di andare avanti con l’esame del ddl Enti locali. Pd e Sud chiama Nord, però, nicchiano. “Serve una norma vera sugli enti locali, non un ddl che sistemi singole questioni territoriali su richiesta del deputato di turno”, evidenzia il dem Nello Dipasquale.

Il deputato ragusano fa sponda con i colleghi di partito Mario Giambona e Dario Safina, ma anche con il leader ScN Cateno De Luca. “Quel testo è fatto di prebende e contentini e risponde più alle esigenze della maggioranza che ai problemi degli enti locali”, le parole del sindaco di Taormina. “Un insulto al Parlamento e ai siciliani, deve essere ritirato e deve tornare in commissione”, è il giudizio secco di De Luca sul ddl.

De Luca (M5s): “Maggioranza spaccata”

Del resto, anche all’interno dei Cinquestelle le visioni non sembrano unitarie. “Il ddl Enti locali non serve ad agevolare il compito dei sindaci, serve solo per i giochetti della maggioranza che comunque è spaccatissima e che lo farà ugualmente a pezzi”, è il commento del capogruppo Antonio De Luca che evidenzia come la pioggia di emendamenti “servirà a mettere alla prova la tenuta della maggioranza”. Luigi Sunseri, presidente della commissione Ue, annuncia: “Intendo intervenire su ogni singolo articolo, alcune norme non sono scritte in italiano”.

Tomarchio (FI): “Avanti col ddl Enti locali”

Per la maggioranza interviene soltanto Salvo Tomarchio (Forza Italia): “Questo ddl non risolverà i mali del mondo né tutti i problemi degli enti locali, ma non rappresenta il male assoluto – le parole del parlamentare catanese -. Concentriamoci nel merito della legge, esaminiamo articolo per articolo. Si tratta di un testo che comunque mette ordine su diverse situazioni”.


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