PALERMO – Da un lato il consiglio comunale di Palermo che approva una variante urbanistica, dall’altro la Regione che, nello stesso giorno, scrive a Palazzo Comitini per avocare a sé la pratica.
E’ un giallo il caso della delibera sul progetto di riqualificazione della sede dello Iemest, l’Istituto euromediterraneo di scienza e tecnologia presieduto dall’ex vicesindaco e deputato regionale Bartolo Sammartino.
La delibera
La delibera prevedeva un ampliamento in altezza della sede di via Michele Miraglia, traversa di via Mariano Stabile dalle parti del porto, per ospitare laboratori e uffici per un progetto di ricerca sull’ecosistema dell’innovazione nel Mezzogiorno.
Il consiglio comunale, dopo i solleciti dell’assessorato regionale al Territorio che nel frattempo aveva anche nominato un commissario, ieri si è finalmente espresso e ha approvato all’unanimità la variante (con una sola astensione) ma di fatto stravolgendola, concedendo meno spazi e obbligando a creare parcheggi. Un esito non scontato ma che ha visto maggioranza e opposizioni trovare un accordo, votando la delibera.
Il giallo
Il giallo è però scoppiato nel tardo pomeriggio di ieri, quando ha iniziato a girare una nota (con data e protocollo scritti a penna e che agli uffici di Sala Martorana non era ancora stata recapitata) con cui il commissario nominato lo scorso giugno, preso atto dell’inerzia del consiglio, annunciava di procedere “a prescindere dal parere” dell’organo politico, visto che il termine di 30 giorni sarebbe scaduto. Termine che invece, secondo il Comune, erano ancora in vigore, tanto da aver votato la delibera.
Tantillo: “Chiariremo”
Una situazione che ha creato scompiglio fra i consiglieri comunali con una girandola di telefonate, messaggi, prese di posizione e minacce di esposti. “Ho convocato i capigruppo e scriveremo una nota alla Regione che faccia chiarezza – dice il presidente del consiglio comunale Giulio Tantillo -. L’Aula ha votato la delibera nei tempi corretti”.
Argiroffi: “Preoccupati e turbati”
“Esprimo profonda preoccupazione e turbamento – dice Giulia Argiroffi di Oso –. Una nota di cui alcuni consiglieri comunali erano a conoscenza prima che venisse emanata, trova il tempismo perfetto per essere protocollata e non per comunicare l’avvio di un procedimento, né la sua conclusione ma il suo itinere e proprio nel momento stesso in cui finalmente il consiglio comunale trovava la quadra”.
“Questa delibera era già complessa – continua la consigliera – ma quanto successo rende l’intera vicenda molto brutta, lasciando troppi dubbi anche su possibili ingerenze esterne che il consiglio comunale e la commissione Urbanistica non possono accettare passivamente”.