PALERMO – I reati sono gravi e la pena è troppo bassa. Il giudice Giangaspare Camerini respinge la richiesta di patteggiamento avanzata da Elio Lupo, titolare della Elle Group srl, società leader nel settore delle scommesse e delle sale Bingo. Voleva chiudere con una condanna ad un anno il processo che lo vede imputato per alcuni reati fiscali: dalle false fatturazioni ai mancati versamenti delle imposte.
Si tratta soltanto di uno dei filoni di indagini che hanno coinvolto Lupo. Finito sotto accusa – le indagini sono ancora nelle fase preliminare – per un’altra evasione fiscale da 700 mila euro e sotto processo per estorsione, truffa aggravata ai danni dello Stato, peculato e falso. Secondo l’accusa, rappresentata dal pm Maurizio Agnello, l’imprenditore avrebbe attinto ai fondi Por per aprire un museo del gioiello antico siciliano e delle arti minori all’interno di Palazzo Castrone S. Ninfa di Palermo. Un progetto mai decollato. Lupo avrebbe trascritto nei libri contabili pagamenti di fatture mai avvenuti con il solo obiettivo di incassare i contributi. Una truffa da un milione e mezzo di euro, poi sequestrati all’imprenditore a cui vengono contestati alcuni episodi di estorsione ai danni dei dipendenti dei suoi centri scommesse. Sarebbero stati costretti a lavorare in nero e minacciati continuamente di licenziamento.
Tutte accuse respinte dall’imputato che ha sempre sostenuto di non avere truffato neppure un centesimo allo Stato (“Il museo è pronto è definito”) e che i suoi dipendenti sarebbero mossi da risentimento personale.