"Questa creatura è cosa nostra", i manifesti e la richiesta a 16 anni

“Questa creatura è cosa nostra”, i manifesti e la richiesta a 16 anni

Il caso esplose nel 2015: il processo e l'arringa dell'accusa

CATANIA – Sedici anni e dieci mesi. È la pena richiesta questa mattina dal Sostituto procuratore Fabio Saponara all’indirizzo del pregiudicato Francesco Rapisarda detto “Ciccio Ninfa”. La vicenda è quella dei manifesti 6×3 che, era il 2015, comparirono tra Macchia di Giarre, Riposto ed il quartiere di San Giorgio a Catania. Un caso che guadagnò anche la ribalta nazionale.

“Questa creatura è cosa nostra”

Nella cartellonistica veniva dato l’annuncio del battesimo di un bimbo, il figlio di Rapisarda, accompagnato dalla frase: “Questa creatura meravigliosa è…cosa nostra”.

Oggi, come detto, davanti alla Prima sezione collegiale del Tribunale di Catania, è arrivata la richiesta della pubblica accusa. Francesco Rapisarda, che si trova attualmente in carcere per motivi di droga, è ritenuto appartenente al clan dei Laudani. 

Per la cronaca, quei 6×3 vennero fatti rimuovere su disposizione dell’allora questore di Catania, Marcello Cardona. Si torna in aula il prossimo 12 febbraio con l’arringa dell’avvocato Enzo Iofrida difensore di Francesco Rapisarda.


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