Palermo, "finta cieca" e falsi invalidi: 4 condanne, assolti i medici

La “finta cieca” e le truffe dei falsi invalidi: 4 condanne, assolti i medici

Chi sono i coinvolti

PALERMO – Condannati il presunto ideatore della truffa dei falsi invalidi e quattro beneficiari. Assolti tutti i medici. Si chiude davanti al tribunale presieduto da Fabrizio La Cascia il processo su un raggiro ai danni delI’Inps.

Il primo caso scoperto fu quello di una donna cieca che svolgeva le faccende domestiche, ritirava la posta e la leggeva.

L’inchiesta partì da un marito che reagì al tradimento della moglie denunciando che aveva ottenuto una pensione di invalidità senza averne diritto. Ai poliziotti del commissariato di Partinico disse che nel 2015 la donna era stata rintracciata da un uomo di Terrasini, nel Palermitano, che l’aveva messa in contatto con Antonino Randazzo, il quale collaborava con una serie di patronati della provincia.

I condannati

Antonino Randazzo è stato condannato a 8 anni di reclusione per truffa, autoriciclaggio e reimpiego di soldi di provenienza illecita. Grazia Nolfo ha avuto 1 anno e 6 mesi per truffa con la sospensione condizionale della pena a condizione che svolga sessanta ore di lavori di pubblica utilità per il comune di Terrasini.

Filippo Accardo, Angela Saitta e Giuseppe Sapienza sono stati condannati a 4 mersi ciascuno sempre per truffa con la sospensione condizionale della pena.

Ordinata la confisca di beni per 440 mila nei confronti di Randazzo e 146 mila nei confronti di Nolfo.

Gli assolti

Assolti Maria Cucchiara, Gaetano Maria Pitarresi, Grazia Lo Iacono, Salvatore Villa, Alessandro Sciabbica, Loredana Sutera, Francesco Arnone, Antonino Galdino, Rosa Polizzi, Pasquale Rodolico, Marianna Monachino, Giuseppe Lo Baido.

I medici Lo Iacono, Villa, Rodolico, Sciabbica erano difesi dagli avvocati Vincenzo Pillitteri, Giovanni Di Benedetto, Giuliano Marchese, Mario Mario Monaco e Salvino Caputo.

Al vaglio del Tribunale non ha retto l’ipotesi che i medici avessero certificato patologie inesistenti in quanto compiacenti. In realtà, come hanno spiegato le difese, il loro era solo il primo input perché spettava alla commissione dell’Asp valutare le patologie ai fini pensionistici. Furono i primi ad essere raggirati, così come l’Azienda sanitaria sarebbe stata raggirata.

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