PALERMO – “Troppe croci su questo asfalto, troppo dolore”. E’ un unico coro quello dei sindaci e dei consiglieri dei sedici comuni che attraversa lo scorrimento veloce Palermo-Sciacca, “la strada della morte” che in poco più di due anni ha fatto undici vittime. Una occupazione simbolica è così stata organizzata oggi sulla strada statale 624, tra contrada Pesa Pubblica e via Berlinguer a San Cipirello, dove si sono incontrati i sindaci di Altofonte, Piana degli Albanesi, Monreale, San Giuseppe Jato, San Cipirello, Camporeale, Roccamena, Sambuca di Sicilia, Salaparuta, Gibellina, Poggioreale, Montevago, Santa Margherita di Belice, Menfi, Ribera e Sciacca.
Con loro, al Comune in cui la protesta si è spostata per via della pioggia, anche alcuni parenti delle ultime vittime di incidenti stradali violentissimi: ultimo in ordine di tempo quello che ha spezzato la vita ad un giovane insegnante, Marco gaetano D’angelo di 36 anni. In un documento fimrato dai sedici sindaci, i Comuni chiedono al direttore regionale Anas, l’ingegnere Giuseppe Tonti, un tavolo tecnico permanente che sia in grado di porre l’attenzione sulle problematiche dello scorrimento veloce: “Ogni volta che si verificano incidenti mortali, ritornano in primo piano le problematiche legate alla sicurezza ed al controllo sulla SS 624, le amministrazioni comunali impotenti da anni chiedono investimenti ed manutenzioni straordinarie finalizzate a rendere più sicura un asse viario tra i più importanti della Sicilia Occidentale.
Non si vuole demonizzare nessuno – si legge nel documento – coscienti che la causa principale degli incidenti è la disattenzione e l’alta velocità, ma se a questo aggiungiamo manutenzioni non programmate, svincoli non illuminati, piazzola di sosta che necessitano di sistemi di controllo a distanza, difetti strutturali dell’opera, scarsa adeguata segnaletica orizzontale e mancanza del sistema “Tutor”, il quadro pare completo.
Ed allora cosa serve se non collaborazione tra Enti (Anas – Comuni e Forze dell’ordine), nessuno resti a guardare le competenze altrui, bisogna costituire un tavolo permanente dove Anas e Comuni, periodicamente e quando si ravvisi la necessita si riunisca per prendere provvedimenti concreti”.
“Anche Menfi conta troppe vite spezzate sulla Palermo – Sciacca – dice il primo cittadino, Michele Botta – ed è per questo che chiediamo il potenziamento dell’illuminazione degli svincoli e un’adeguata segnaletica, soprattutto nei tratti in cui la nebbia riduce la visibilità”. Ad essere della stessa opinione è il sindaco di San Cipirello, Antonino Giammalva: “Finalmente, e per la prima volta, siamo tutti d’accordo. Abbiamo un unico obiettivo: quello di fermare questa strage su una delle strade più pericolose della Sicilia Occidentale”. “Sono necessari investimenti economici per la sicurezza – aggiunge il consigliere comunale Vincenzo Geluso – l’illuminazione degli svincoli, il rifacimento del manto stradale con un sistema di drenaggio e l’intensificazione dei controlli da parte della polizia stadale”.
Tra le vittime, in questi anni, c’è stato chi proveniva da San Giuseppe Jato, da Camporeale, da Sciacca. Paesi che continuano a piangere la perdita dei propri concittadini, in molti dei casi giovanissimi e con una vita davanti. Fiorella Villanova, 29 anni, era proprio di San Giuseppe Jato: la sua Ford Ka si è schiantata a gennaio contro il guardrail in modo violentissimo. Claudio Sutera, 21 anni, giovane parrucchiere conosciuto da tutti nel quartiere in cui era nato e cresciuto, Borgo Nuovo, si è invece scontrato con un autocarro. L’ennesima morte, in ordine di tempo, sulla stessa lunga arteria stradale in cui i primi di gennaio ha perso la vita Antonino Alioto, 19enne di Porticello.
Lo stesso destino è toccato la scorsa estate ad una coppia di marito e moglie di 35 e 32 anni. Emanuela Guddemi e Giovanni Ragusa aspettavano il loro primo figlio. Lei, giornalista pubblicista e corrispondente per alcuni quotidiani locali, era incinta di quattro mesi: la loro vita si è spezzata lungo la Palermo-Sciacca all’altezza dello svincolo per San Giuseppe Jato, quasi al confine con San Cipirello. Ma all’inizio dell’anno era stata la volta di Michele Mingoia, 54enne di Villafranca Sicula: anche lui ha perso la vita nei pressi dello svincolo per San Giuseppe Jato, paese originario di Antonino Jacona, imbianchino di 33 anni che qualche mese prima si era schiantato con la sua auto contro un furgone.
Jacona è morto sei ore dopo l’impatto, dopo una notte di agonia all’ospedale Civico di Palermo. E l’elenco delle croci che in questi ultimi anni hanno tristemente segnato i chilometri della statale 624 continua con il terribile incidente che è costato la vita a Gianfranco Marfia, militare di 33 anni. Al suo incidente ne seguirono altri due, mortali anch’essi. Quelli di Giuseppe Gurreri, 48 anni e di Angelo Pacifico, 35enne di Sciacca: quest’ultimo rimase ucciso nello scontro con un tir.