CATANIA – L’alleanza tra Medicina nucleare e Diagnostica per immagini sta dando i suoi incoraggianti frutti nella lotta alle patologie tumorali. Presso il Centro PET/CT Ciclotrone dell’A.O. Cannizzaro di Catania, dove viene giá prodotto un radiofarmaco particolarmente efficace nell’individuazione e cura del tumore alla prostata (la Carbonio-colina, meglio nota come Carbo-colina), sono stati messi a punto altri innovativi radiofarmaci per la diagnosi di tumori particolarmente aggressivi.
La Carbo-colina, la più nota, sfrutta le sue proprietà radioattive per studiare il comportamento metabolico delle cellule malate ed evidenziare con esattezza la sede della vitalità del tumore. Il comportamento della molecola radioattiva viene, poi, rilevato con la PET/CT, strumentazione ad Alta tecnologia, di cui il centro catanese si è dotato grazie ai Fondi PO-FESR 2007/2013. “Una volta somministrato il radiofarmaco al paziente – dice Massimo Ippolito, direttore del Centro PET/CT, Unità di Medicina Nucleare del Cannizzaro – con la PET/CT a 64 strati viene documentata in modo dettagliato e accurato l’attività metabolica e la sede in cui la malattia è vitale, permettendo di valutare l’andamento del tumore in relazione alle scelte terapeutiche”.
La valenza della Carbo-colina è tale che risultati promettenti si stanno avendo anche per lo studio dei tumori al fegato (epatocarcinomi), individuati precocemente grazie alla sensibilità alla Colina. “Per la diagnosi e la cura del tumore encefalico, invece – prosegue Ippolito – stiamo producendo un altro radiofarmaco, la Metionina, marcata sempre con il Carbonio, vero e proprio Gold Standard, ormai indispensabile per orientare in modo appropriato e con maggiore successo l’indagine bioptica. Inoltre, a breve – aggiunge Ippolito – produrremo anche un nuovo tracciante, la Somatostatina marcata con Gallio-68, che offrirà un importante sostegno all’indagine diagnostica per i tumori neuroendocrini”.
Il centro siciliano si colloca così, per la sua attività, tra i centri di riferimento nazionali e unico, poi per un peculiare aspetto. “Il fatto cioé – sottolinea Ippolito – di produrre diversi radiofarmaci per diverse patologie tumorali in un’unica sede, a differenza di altri centri nazionali, e di procedere in equipé, o meglio in multimodalità, con i reparti di Radiologia e di Radiodiagnostica, dove, sempre grazie ai Fondi PO – FESR 2007-2013, sono presenti una potente Risonanza Magnetica a 3 Tesla e un Acceleratore lineare di ultima generazione”. La particolarità, infine, della somministrazione dei radiofarmaci congiunti alla diagnostica nucleare sta anche nella bassa incidenza del tracciante per la salute del paziente. “Per essere più espliciti – conclude Ippolito – l’esame total body compiuto con la PET/CT ha un impatto di gran lunga minore rispetto alla semplice TAC eseguita nei singoli segmenti di torace, addome e testa-collo, e i radiofarmaci non generano effetti collaterali di rilievo: la quantità di materiale radioattivo presente in 5 milioni di dosi è pari ad un cucchiaino di caffè. Si tratta di vere e proprie dosi dalla concentrazione omeopatica”.