Il peso del derby rosanero |sul cammino verso il voto - Live Sicilia

Il peso del derby rosanero |sul cammino verso il voto

La sfida tra Grasso e Schifani si gioca sullo sfondo di un voto in estate che sembra ormai ai più inevitabile. E rischia di ridursi a una questione d'immagine da giocarsi in campagna elettorale

Gli scenari
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La diciassettesima legislatura sembra già naufragata prima di nascere. Il suo precario barcone si è infranto sugli scogli dell’impossibile accordo tra grillini e democratici, che Pierluigi Bersani si era illuso forse di poter rabberciare. E l’elezione di Laura Boldrini di Sel, già portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati che si è occupata con grande passione civile dei naufragi della disperazione nel Mediterraneo, ha forse in questo senso un simbolismo tragico del fallimento sul nascere della legislatura.

Al di là dei proclami, l’impressione generale è che l’esito del derby palermitano che si gioca alle quattro e mezza a Palazzo Madama non cambierà il cammino verso il voto anticipato in estate verso il quale sembrano marciare le nuove Camere. Certo, però, il risultato del ballottaggio Grasso-Schifani non è indifferente. Tra i due ci sono solo 9 voti di scarto in partenza. E visto che i grillini hanno deciso di non decidere, trincerandosi dietro la loro linea del “tutti uguali”, saranno decisivi i voti del gruppo montiano.

Fermo restando che chiunque dei due vinca, l’impressione è che comunque si andrà al voto in estate o a settembre (malgrado Alfano abbia detto, forse senza crederci troppo, che con l’elezione di Schifani ci sarebbe qualche chance di sopravvivenza della legislatura nel nome delle larghe intese), va detto che una sconfitta di Piero Grasso sarebbe certamente un ennesimo brutto colpo di immagine per lo smacchiatore di giaguari Pierluigi Bersani. A cui a quel punto non resterebbe che accusare i grillini di aver fatto saltare l’elezione di un uomo delle Istituzioni e fuori dal Palazzo della politica come Grasso. In fondo al cuore in tanti a sinistra quasi quasi ci sperano in un capitombolo di Grasso, che diventerebbe un ottimo argomento da campagna elettorale per attaccare il Movimento 5 Stelle. Difficile che i grillini cadano nell’imboscata, senza garantire qualche voticino segreto di sicurezza a Grasso.

Perché il tutto sembrerebbe comunque ridursi a un problema di immagine in chiave campagna elettorale, visto che oggi si stanno eleggendo i presidenti di Camere che hanno la data di scadenza già stampata, alla luce della conclamata impossibilità di formare una qualsiasi maggioranza di governo.

L’intento di Pd e Pdl, ormai, sembra quello di fare al più presto, per tornare al voto in estate, malgrado i proclami dei democratici vadano in un’altra direzione. Bisognerà prima votare il Capo dello Stato, e salgono le quotazioni di una possibile rielezione di Napolitano, malgrado lui non voglia saperne. Poi, il presidente della Repubblica eletto potrà sciogliere le Camere. Prima potrebbe dare un mandato esplorativo al presidente del Senato, e Bersani vorrebbe fosse Piero Grasso, che, se non ci fossero le condizioni per un governo di scopo, non si metterebbe troppo di traverso e permetterebbe il rispetto del timing strettissimo per tornare al voto. Dove Bersani, dicono, vorrebbe arrivare di nuovo da candidato premier, come se la debacle del 25 febbraio scorso non ci fosse stata. Tra il dire e il fare c’è di mezzo Matteo Renzi e la sua legittima richiesta di nuove primarie. Prima però c’è un derby di Palermo da giocare. Alle 16 e 30 a Palazzo Madama.

 


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