Trattandosi delle puntate di una inchiesta giudiziaria – quella che coinvolge il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno – è sempre necessario usare rigore e prudenza. Nessuno che sia implicato in una indagine deve dimostrare di essere innocente. Lo è già, fino a prova contraria.
Tuttavia, dopo la deflagrazione di una notizia pesantissima, ecco che sta affiorando, a poco a poco, un contesto sommerso con varie diramazioni. Non sappiamo quanto e se sia penalmente rilevante, né tocca a noi stabilirlo.
Il racconto giornalistico lascia trasparire un mondo più o meno intrecciato di caste, interessi, privilegi, favori e relazioni. Una fotografia complessiva, da valutare approfonditamente, che solleva interrogativi e inquietudini, oltre gli accertamenti di chi indaga.
Bene, dunque, ha fatto il presidente Galvagno a scegliere di riferire pubblicamente su sé medesimo in Parlamento. Non c’era altra strada. Sottrarsi al dibattito avrebbe significato negare la forza di un uragano.
L’intercettazione e l’incontro
C’è poi un dettaglio puramente elettorale, scaturito da una intercettazione – rimbalzata nelle cronache – che avrebbe visto tra i protagonisti la portavoce dell’inquilino di Palazzo dei Normanni, Sabrina De Capitani.
Proprio lei avrebbe raccontato al suo interlocutore di un incontro a Mondello con “gli otto imprenditori più importanti della Sicilia che vorrebbero sostenere Galvagno alle prossime elezioni quale presidente della Regione“.
Ripeschiamo particolari dalla memoria recente. Il presidente dell’Ars, in occasione della convention di ‘Grande Sicilia’ a Enna, come in altri appuntamenti, si era espresso calorosamente per il bis dell’attuale governatore, Renato Schifani.
“Sono molto contento di avere potuto ascoltare il presidente della Regione Schifani a cui confermo stima, rispetto e affetto – disse Galvagno -. Apprezzo la sua dedizione al lavoro, il suo garbo istituzionale. Presidente, ti auguro non due anni e mezzo di legislatura, ma altri sette anni e mezzo di legislatura”.
Altro frammento di memoria: “Non ho né la presunzione, né la velleità, né la scorrettezza di interrompere un percorso, condotto con responsabilità dal presidente Schifani”.
La ‘scalata’ per Palazzo d’Orleans
Ecco perché la (presunta) ‘scalata a Palazzo d’Orleans’, balenata in quel brandello di conversazione, appare contraddittoria rispetto alla posizione più volte enunciata. Non sarebbe male chiarire il punto che riguarda il contesto politico.
E’ pur vero che i tempi sono cambiati da allora. Gaetano Galvagno, ‘enfant prodige’ della politica siciliana, si trova nel vortice di un’inchiesta, con i relativi sviluppi, che rende – al momento – inattuabile ogni ulteriore ed eventuale ambizione.
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