PALERMO – Il suo nome, fra i 40 sottosegretari e viceministri del neonato governo Letta, è senz’altro quello che ha fatto più discutere. E basta dare un’occhiata a Twitter per averne un’idea. Nel primo pomeriggio, l’hashtag #Miccichè era ai primissimi posti dei TT, i trending topic, cioè gli argomenti di cui si parla di più nel popolare social network. E, a dirla tutta, su Twitter e sulla rete in genere, della nomina a sottosegretario di Gianfranco Miccichè si parla tanto, ma non benissimo. Tra una critica e uno sberleffo, la Rete si è scatenata. L’elenco di battute e battutacce è sconfinato, ma in genere si può dire che il ritorno nella compagine di governo del leader di Grande Sud non sia passata inosservata. L’impressione è che molti elettori di sinistra siano spiazzati da vedere i propri eletti a braccetto di un uomo-simbolo del berlusconismo come Miccichè, il profeta del 61 a 0 simbolo della devozione elettorale della Sicilia alla causa di Berlusconi.
Il politico palermitano, dopo mesi difficilissimi, torna sulla cresta dell’onda. Grazie al solidissimo e mai appassito rapporto con Silvio Berlusconi, con il quale per le Politiche il leader arancione ha rinsaldato un’alleanza per le Politiche, Miccichè, reduce da uno 0,4 nazionale della sua lista che si proponeva di diventare una Lega del Sud, e abbandonato in Sicilia dalla quasi totalità dei suoi colonnelli, torna a Palazzo Chigi. Stavolta da sottosegretario alla Funzione pubblica, in tandem con un ministro siciliano, il leader dell’Udc Gianpiero D’Alia. Che proprio con Miccichè un anno fa si alleò, insieme al Pdl, per le amministrative palermitane a sostegno della poco fortunata candidatura di Massimo Costa. Da allora, però, le strade dei due si erano separate, con la rottura consumata per le regionali.
L’inserimento di Miccichè, nella lista dei sottosegretari ha suscitato anche perplessità espresse su blog e quotidiani on line, come Linkiesta, Giornalettismo (che parla di “abonimevole ritorno”) o Articolo 3 (che ha ripescato la ben nota polemica sulla proposta di cambiare il nome all’aeroporto Falcone Borsellino di Palermo, su cui battono e ribattono anche molti tweet). E arriva anche il commento caustico di Francesco Storace, leader della Destra, che proprio su Twitter scrive: “Sette mesi dopo averci fatto perdere in Sicilia, Miccicche’ guadagna la promozione a sottosegretario. Scelto da Alfano o da Letta (Enrico)?”. Ancora brucia, infatti, la sconfitta di Nello Musumeci, a cui vennero a mancare proprio i voti di miccicheiani e lombardiani, decisivi per la vittoria “minoritaria” di Rosario Crocetta.
Si fa sentire anche il senatore Giovanni Mauro, che fa parte del gruppo Grande Sud-Gal, un plotone di deputati di centrodestra che ha formato un gruppo autonomista e autonomo, che ricorda l’impegno sul fronte della sburocratizzazione di Miccichè. Che, in effetti, nella campagna elettorale per le ultime regionali, che lo vide finire quarto tra i candidati presidenti, puntò moltissimo sulla riforma della burocrazia, parlando addirittura di “derattizzazione” della pubblica amministrazione. Chissà se da sottosegretario del mite e moderato Letta userà ancora espressioni del genere.