PALERMO – Non ha usato la macchina di servizio per fini privati come se fosse di sua proprietà. Cade l’accusa di peculato per Francesco Orlando, funzionario direttivo del dipartimento Sviluppo rurale e territoriale della Regione siciliana. Condannato in primo grado e assolto in appello.
Il processo ruotava attorno all’utilizzo di una Fiat Panda, assegnata per compiti di controllo delle aree rurali a Palermo e provincia. L’accusa sosteneva che Orlando a bordo della Panda rggiungesse regolarmente la sua abitazione a Santa Flavia, nel Palermitano.
Nei giorni scorsi è stata accolta in appello la tesi difensiva dell’avvocato Rocco Chinnici: l’auto è stata usata “in modo conforme agli obiettivi istituzionali e nel rispetto dei principi di economicità e opportunità amministrativa”.
Secondo il legale, in primo grado il Tribunale non aveva valutato il fatto che il funzionario avesse sempre dichiarato in modo trasparente tratte, date, destinazioni e chilometri nei fogli di viaggio senza occultare nulla. Il tutto in perfetta aderenza con il tragitto estrapolato dal sistema Gps installato sull’autovettura. Da qui l’assoluzione perché il fatto non sussiste.

