Formazione, punto per punto | l'accordo tra governo e sindacati - Live Sicilia

Formazione, punto per punto | l’accordo tra governo e sindacati

Al termine della manifestazione, l'incontro tra le sigle e l'esecutivo. Sale a 220 milioni lo stanziamento per la seconda annualità dei corsi, prevista una task force per il pagamento degli arretrati, e novità su Durc e albo unico dei Formatori. L'assessore Scilabra: "Stanca, ma soddisfatta". Le parti si incontreranno nuovamente giovedì per mettere nero su bianco gli ultimi dettagli, dopo l'approvazione del Piano in giunta. L'annuncio di Crocetta. 

PALERMO – Mentre da Palazzo dei Normanni giungevano le proteste del presidente della Commissione Lavoro Marcello Greco (“l’assessore Scilabra non s’è presentata, si dimetta), il governo chiudeva con i sindacati confederali l’accordo sulla nuova Formazione professionale. Un accordo giunto a margine della manifestazione indetta oggi da Cgil, Cisl e Uil. Dopo la manifestazione, come detto l’incontro a Palazzo d’Orleans durante il quale governo e sindacati hanno passato in rassegna, punto per punto, tutti le questioni “calde” di una vertenza che nei giorni scorsi ha raggiunto picchi di altissima tensione. “Sono stanca, ma molto soddisfatta per l’esito di questo incontro”, ha commentato a caldo, l’assessore Scilabra.

I tagli e i finanziamenti ai corsi.
I sindacati oggi sono arrivati al tavolo con una richiesta precisa: la conferma dei corsi della prima annualità dell’Avviso 20. E sul punto, non è arrivato un “no secco” dalla Regione, che si è riservata di formalizzare la propria controproposta al prossimo incontro, previsto per giovedì. Ma dall’assessorato confermano il taglio “dei corsi – spiega Nelli Scilabra – che consideriamo inutili”. E queste cancellazioni si legano necessariamente al finanziamento della annualità del Piano giovani. “Abbiamo deciso – spiega l’assessore – di ampliare il finanziamento a quei corsi che riteniamo comunque importanti, come quelli riguardanti i detenuti o i soggetti svantaggiati”. A dire il vero, dal verbale non emerge ancora una cifra, desumibile invece dalle parole del presidente Crocetta: “Abbiamo portato il finanziamento da 200 a 220 milioni”. I 200 milioni di cui parla il presidente sono la somma dei circa 170 milioni previsti inizialmente per i corsi, ai quali il governo aveva deciso di “aggiungere” altri 30 milioni destinati ai cosiddetti “Fas” (Ambiti speciali). Di fatto, però, le posizioni di sindacati e governo si sono di molto avvicinate. L’accordo, insomma, è cosa fatta e verrà chiuso proprio intorno alle cifre annunciate da Crocetta. Milione più, milione meno.

Una “squadra” per accelerare i pagamenti.
I sindacati hanno chiesto poi al governo l’istituzione di una Task Force presso la Ragioneria del Dipartimento regionale della Formazione professionale per erogare la prima e seconda tranche del primo acconto pari al 50 % dell’Avviso 20/2011 entro tre giorni, e il 30% entro 20 giorni. E il governo ha dato il proprio ok, assumendosi l’impegno a potenziare immediatamente l’ufficio preposto ai pagamenti per evadere entro venerdì tutti i titoli di spesa. Inoltre, i sindacati hanno incassato il sì del governo su un’altra delle loro richieste: quella riguardante la “chiusura rapida delle rendicontazioni relative alle attività a valere sugli avvisi 1 e 2 /2010 e l’erogazione dei saldi a valere sulla prima e seconda annualità nonché il secondo acconto sulla terza entro il 15 luglio”. Ok anche alla richiesta di “prevedere per il prossimo triennio idonee misure di accompagnamento alla pensione per i lavoratori che matureranno i requisiti di cui alla legge Fornero” e a quella di “potenziare gli Uffici deputati a gestire l’erogazione della integrazione, a valere sul fondo di garanzia, della Cassa integrazione in deroga”.

Sportelli multifunzionali.
Il governo ha assicurato la continuità delle attività degli sportelli multifunzionali fino al 31 dicembre 2013. Non ha, però, al termine dell’incontro, messo nero su bianco l’entità dello stanziamento che intende destinare a queste attività. La richiesta dei sindacati era di 19 milioni di euro. E insieme a questa richiesta, quella di procedere alla pubblicazione del nuovo bando. Ma su quest’ultimo punto il governo ha risposto: “Vedremo”.

L’albo degli operatori della Formazione
L’esecutivo, poi, ha reso noto di aver “attivato le procedure amministrative per l’aggiornamento dell’Albo del personale docente e non docente nel settore della Formazione professionale”. I gestori degli enti, in caso di assunzioni, potranno “pescare” solo e unicamente da questo albo. L’albo era uno degli strumenti a tutela dei lavoratori previsto già dalla legge 24 del 1976. Il governo ha deciso di recuperare anche altre garanzie contenute in quella norma, tra cui “l’obbligo di un conto corrente dedicato per le spese del personale accompagnato dall’adozione di sistemi volti ad imporre agli stessi enti il pagamento mensile delle retribuzioni ai lavoratori”. Insomma, un modo per evitare di far cadere sul singolo lavoratore i problemi dell’ente di Formazione.

Cambia il sistema di accreditamento.
L’introduzione di nuove regole di accreditamento, annunciata oggi dal governo, dovrà porsi l’obiettivo di “garantire che i progetti formativi vengano erogati da soggetti altamente specializzati e dotati di ogni requisito di ordine morale, tecnico ed economico/ finanziario”. E, nel dettaglio, tra gli altri, gli obiettivi cui punta l’assessorato, quelli di innalzare “la percentuale di attività dedicata alla formazione professionale in relazione al giro di affari complessivo e la trasparenza del modello organizzativo”.

Novità anche sul Durc
Oltre a una serie di interventi che dovrebbero consentire uno snellimento delle procedure amministrative e il rispetto dei tempi dei procedimenti, ecco una novità riguardante il possesso del Documento unico di regolarità contabile: “Nelle ipotesi di irregolarità nel Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) di uno o più soggetti impiegati nell’esecuzione del contratto pubblico – si legge nel pre-verbale sottoscritto ieri – avente ad oggetto l’erogazione di attività formativa da parte di privati, l’amministrazione regionale eserciterà il potere sostitutivo trattenendo dal certificato di pagamento l’importo corrispondente alle inadempienze accertate nel DURC medesimo”.

Informative antimafia e patti di integrità.
Il governo, poi, ha confermato quanto deciso in giunta qualche mese fa, riguardo alla richieste delle informative antimafia: “L’amministrazione – si legge nell’accordo – richiederà alle Prefetture competenti le informative antimafia nei confronti degli enti di formazione ammessi a finanziamento, a valere su risorse pubbliche, esclusivamente propedeuticamente all’emissione del decreto di finanziamento e alla stipula della convenzione. Successivamente l’informativa antimafia dovrà essere richiesta soltanto nei casi in cui l’Amministrazione venga a conoscenza di fatti, ad esempio tramite notizie di stampa, segnalazioni di soggetti esterni, rapporti dell’Autorità”. E ancora, ecco i “patti di integrità”, che prevedono l’impegno degli enti al rispetto delle norme e anche alcune misure anti-usura e contro i casi di incompatibilità e parentopoli.

“Sono molto soddisfatta, – ha commentato l’assessore Scilabra al termine dell’incontro – perché la linea del governo è confermata. I sindacati hanno capito che non abbiamo intenzione di dare continuità ai corsi inutili e condividono la linea di riforma. Abbiamo inoltre preso l’impegno di ampliare il finanziamento per i corsi particolarmente utili per disabili e soggetti svantaggiati, che formalizzeremo, anche dal punto di vista finanziario, nel prossimo incontro, previsto per giovedì”. E tra due giorni, il Piano verrà approvato dalla giunta di governo. Insomma, di dimissioni l’assessore non vuol sentire parlare, nonostante quella richiesta provenga persino da esponenti della maggioranza: “Sono sicura – ha commentato Nelli Scilabra a questo proposito – che l’onorevole Greco capirà. Ma anche lui dovrebbe sforzarsi di raccontare le cose per come realmente sono accadute. L’audizione in Commissione l’avevo chiesta io, il governo. Purtroppo non ho potuto rispettare quell’appuntamento. Ma non volevamo mancare di rispetto a nessuno. Per tutta la giornata di oggi (ieri, ndr) i lavoratori sono rimasti fuori da Palazzo d’Orleans in attesa dell’esito dell’incontro. Non mi sembrava giusto andare via”.


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