PALERMO- Silenzi imbarazzati ma anche rabbia e amarezza all’Assemblea regionale siciliana per l’inchiesta della Procura di Palermo sull’uso dei fondi europei che coinvolge cinque deputati regionali, indagati a vario titolo per corruzione, finanziamento illecito: Francesco Cascio del Pdl, Nino Dina dell’Udc, Lino Leanza di Articolo 4, Santi Formica eletto col Pdl e ora al gruppo Musumeci e Carmelo Currenti del gruppo Musumeci per turbativa d’asta. Mentre il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone (Udc) preferisce non commentare con i cronisti e nei corridoi molti non hanno voglia di esporsi, nel gruppo 5stelle monta lo sgomento.
Dopo aver chiesto agli indagati di autosospendersi da parlamentari, i grillini alzano il tiro. E pongono il tema della questione morale. “Sarebbe opportuno che il presidente dell’Ars convochi una seduta straordinaria per discutere di etica e morale della politica”, incalza il 5stelle Salvatore Siragusa, che, conversando con l’ANSA, bolla come “squallido e sconcertante” il contesto di escort, orologi di lusso, viaggi pagati con fondi che erano destinati alla formazione professionale di 1.500 giovani, come emerge dall’indagine della magistratura.
Siragusa è componente della commissione Ue dell’Assemblea, che è presieduta proprio da uno degli indagati, Francesco Cascio. “Un po’ d’imbarazzo lo provo – ammette il deputato – magari d’ora in avanti avrò con lui un approccio un po’ più distaccato, meno conviviale; mi auguro comunque che riesca a dimostrare la sua estraneità alle accuse”. Francesco Cappello (M5S), invece, è nella commissione speciale per la spending review, insediatasi oggi e di cui fa parte Santi Formica, anche lui indagato, assente stamattina al battesimo del nuovo organismo che dovrebbe adottare i tagli del decreto Monti. “Sono un avvocato e dunque per me vige il principio di non colpevolezza fino a quando non si provano le accuse – afferma – Dal punto di vista etico, però, ritengo imbarazzante e sgradevole essere accusati di reati gravissimi come la corruzione e il finanziamento illecito”.
Come deterrente, Cappello rilancia uno dei punti programmatici del Movimento, il limite al mandato parlamentare (gran parte degli indagati è alla quarta legislatura). “Oltre a evitare la gerontocrazia – sostiene – il limite dei due mandati è sicuramente un deterrente rispetto al pericolo di cadere nel sistema della corruzione e delle clientele”. E in questo senso i 5 stelle sono pronti a presentare un emendamento al disegno di legge sulla riforma elettorale, che in questi giorni è in discussione in commissione Affari istituzionali. “E’ un tema importante e ci batteremo perche la norma passi”, aggiunge Cappello. Angela Foti invece suggerisce a Nino Dina di dimettersi da presidente della commissione Bilancio dell’Ars, invita i partiti “ad aprire una riflessione al proprio interno” e rilancia la proposta di una seduta straordinaria sulla questione morale: “Ardizzone l’ha convocata per le vittime di Ustica, sarebbe utile che lo faccia anche per discutere di etica nella politica”. E ai suoi colleghi 5stelle dice: “Questa vicenda mi dà maggiore spinta, noi 5stelle dobbiamo essere meno timorosi, dobbiamo insistere di più su certi temi”.
(Fonte ANSA)