Ars, Daidone resta deputato: le motivazioni della Cassazione

Ars, Daidone resta deputato: le motivazioni della Cassazione

I giudici ermellini mettono il punto alle richieste di Carmelo Nicotra

CATANIA – Daidone resta deputato. La corte di Cassazione ha messo nero su bianco e pubblicato ieri le motivazioni della sentenza che ha confermato l’elezione di Dario Daidone (FdI) all’Assemblea regionale siciliana.

La sentenza era stata emessa il 2 ottobre scorso e verteva sul ricorso presentato da Carmelo Nicotra, primo dei non eletti tra i meloniani nel collegio di Catania.

L’iter giudiziario

Il primo grado aveva dato ragione a Nicotra. A febbraio di quest’anno, l’appello aveva ribaltato però il verdetto e stabilito che Daidone (assistito dall’avvocato Agatino Cariola) dovesse rimanere seduto a Sala d’Ercole. Gli ermellini hanno ribadito quest’ultimo giudizio condannando – inoltre – Nicotra al pagamento delle spese di giudizio.

Daidone resta deputato

Nel merito, i giudici ermellini hanno respinto la tesi secondo la quale Daidone non sarebbe stato eleggibile perché le dimissioni dal cda della Irfis-FinSicilia spa (società partecipata al 100% dalla Regione siciliana) non sarebbero state valide fino alla trascrizione nel Registro delle imprese.

Nel dettaglio, Daidone aveva rassegnato le dimissioni il 26 luglio 2022: in tempo per concorrere al voto del 25 settembre. La trascrizione però era avvenuta soltanto il 24 agosto.

La Cassazione ha sottolineato come, nel caso specifico, le dimissioni dal cda di una società di capitale siano un atto “unilaterale”.


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