PALERMO – “Io mio fratello non l’ho mai conosciuto se non attraverso le foto e i ricordi di mia mamma e questo ancora non riesce a darmi pace, non lo sopporto, non è giusto”. Queste le parole struggenti di Mariagrazia Colletta, sorella di Salvatore Colletta, uno dei 2.400 siciliani scomparsi dal 1973 ad oggi, ricordati stamattina dal Comitato spontaneo dei Familiari delle Persone Scomparse in Sicilia durante la manifestazione tenutasi a Palermo, davanti Palazzo dei Normanni. “Non si può vivere sempre nella speranza e nell’attesa – ha detto Colletta -. Noi abbiamo bisogno di aiuto e di strumenti adatti alle ricerche e io e mia mamma non possiamo più vivere così”.
Durante l’incontro, genitori, amici e familiari hanno chiesto al presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, di mettere in atto tutte le iniziative utili a favorire un potenziamento nella ricerca degli scomparsi, supportando sia le forze dell’ordine che tutti i soggetti coinvolti in tale problematica (protezione civile, vigili del fuoco, squadre di ricerca e soccorso, gruppi cinofili) e offrendo strumenti giuridici e mezzi più efficaci, per far sì che gli interventi siano maggiormente centralizzati. “L’obiettivo – scrivono nella petizione i promotori dell’iniziativa – è quello di ottenere l’istituzione di un nucleo investigativo speciale regionale per le persone scomparse, dotato di risorse umane e tecniche all’avanguardia, nonché di poteri investigativi che consentano di giungere rapidamente alla determinazione della verità”.
Figli, mogli, sorelle, fratelli, tutte persone finite in quella che ormai molti chiamano la ‘terra degli scomparsi’, tutte persone di cui si sono perse le tracce da tanti anni. Inspiegabile la loro assenza per tante mamme che chiedono di avere risposte concrete. Stessa cosa vale per Rossella Accardo, mamma di Stefano ed ex moglie di Antonio Maiorana, i due imprenditori scomparsi il 3 agosto del 2007. “Vogliamo che le istituzioni si attivino al più presto nel controllo del territorio – dice – costituendo un corpo speciale in grado di mobilitarsi nell’immediato sin dalle prime ore della scomparsa di una persona. Non si può cercare qualcuno – aggiunge – dopo giorni e giorni, perchè si rischia di perdere elementi fondamentali e utili al ritrovamento”. Presente all’incontro anche Sabina Franzò, sorella di Antonio Franzò, scomparso in circostanze misteriose il 4 giugno del 2005. “Vi prego di darci il sostegno necessario per andare avanti e di restare uniti in questa avventura appena iniziata, nella speranza che un giorno si avveri il sogno di riabbracciare i nostri cari”.
Laura Zarcone spera ancora di riabbracciare il figlio, Marcello Volpe, scomparso da Palermo il 12 Luglio del 2011. “Le autorità competenti – ha detto – necessitano di strumenti e mezzi più efficaci per le le loro ricerche, come i georadar e i bloodhound, cioè i cani molecolari che grazie al loro grande fiuto sono in grado di dare un grande contributo alle indagini. Abbiamo bisogno di leggi concrete che diano supporto e mezzi tecnici alle autorità competenti per il ritrovamento dei nostri cari”.