PALERMO – Dodici uomini e nove donne provenienti dai quattro angoli del pianeta, con un’età media assai bassa (meno di quarant’anni) e che da novembre costituiranno la prima Consulta delle Culture della storia di Palermo: questo l’esito delle votazioni tenutesi ieri per l’elezione del parlamentino degli stranieri. Un appuntamento atteso dalle numerose comunità presenti in città che per tutta la giornata di ieri si sono messi in fila nelle otto scuole individuate dal Comune per poter esprimere la propria preferenza.
“E’ stato un grande risultato per la città, sia in termini di partecipazione che di costruzione di un futuro per Palermo”, commenta soddisfatto l’assessore alla Partecipazione Giusto Catania. E in effetti, malgrado i votanti siano stati 6.857 sui 20.381 aventi diritto (quasi il 34 per cento), bisogna considerare che la Consulta era alla sua prima prova ma soprattutto che alcune comunità non sono neanche abituate alla partecipazione democratica. Grande affluenza soprattutto nel centro storico e alla Zisa, dove insistono le tre comunità più grandi: bengalesi, tamil e ghanesi che, insieme, contano oltre 13mila componenti.
Gli eletti, adesso, dovranno attendere la proclamazione ufficiale che avverrà nella prima metà di novembre e, probabilmente, sede della Consulta sarà Palazzo Cefalà in via Alloro. I 21 fungeranno da pungolo per l’amministrazione, dando voce ai tanti migranti che vivono a Palermo: tra gli eletti figurano medici, mediatori culturali, sindacalisti, venditori ambulanti e titolari di caf e centri di disbrigo pratiche, ma anche alcuni candidati alle ultime elezioni comunali in virtù della doppia cittadinanza. Nunes Boaventura era candidata nella lista di Rifondazione comunista, Rajendra Bitrayya nella lista per Massimo Costa e Rida Berradi con Sel. Nadine Abdia, 34 anni nata in Tunisia, è co-presidente regionale dell’Anolf ,l’associazione degli immigrati della Cisl.
“Sono stato io a scrivere la prima bozza presentata alla Regione tre anni fa”, dice Adham Darawsha, 33 anni, palestinese che dieci anni fa è arrivato a Palermo per studiare medicina e che oggi fa la guardia medica. “Il mio sogno è di esercitare la mia professione a Palermo – dice a Livesicilia – mi sono candidato, pur non volendolo perché sapevo di non avere grandi numeri: l’ho fatto per coerenza verso un progetto che volevo avesse successo. I palestinesi in città sono appena una decina. Quando abbiamo scritto la prima bozza il sogno era che questa Consulta diventasse il secondo consiglio comunale di Palermo, immaginavo un bicameralismo imperfetto pur sapendo che la Consulta avrà poteri assai limitati. Starà alla Consulta farsi valere, non deve diventare un centro sociale o un Caf per gli immigrati. Abbiamo cercato con questo sistema elettorale di aprire a tutti i paesi, ottenendo un buon pluralismo”.
Mediatrice interculturale è invece Nunes Boaventura, 52 anni, capoverdiana arrivata a Palermo nel 1980 e con due figli, uno dei quali nato proprio a Palermo. “Lavoro nella mediazione interculturale – racconta – vengo da un Paese che è una ex colonia portoghese, sono anche un ex militare e oggi faccio volontariato in cinque ospedali di Palermo, oltre ad insegnare in alcune scuole e organizzo eventi. Io faccio politica da sempre e spero di fare qualcosa per il bene dei migranti”.
Il più votato è stato Thayaraj Arulnesan, 31enne dello Sri Lanka col pallino della politica, laureato a Palermo (primo tamil in Sicilia) e titolare di un patronato per immigrati (l’agenzia Eurasia) in via Pietro D’Asaro, che è stato in grado di raccogliere ben 706 voti. Una storia particolare, la sua: arrivato in Italia a dieci anni ma costretto a ricominciare da capo gli studi per via della lingua, si è laureato a 25 in Lettere e filosofia. “Ho ricevuto tanti voti anche dai non tamil, dai cingalesi, dai bengalesi o pakistani – dice a Livesicilia – il patronato mi ha permesso di conoscere tante persone. Difenderò sempre i diritti dei tamil, che in Sri Lanka vengono perseguitati, specie le donne. Il nostro desiderio è che venga subito data la cittadinanza italiana ai nati in Italia, senza dover aspettare i 18 anni, e di istituire una retribuzione simbolica ai membri della Consulta perché sottrarremo tempo al nostro lavoro. Devo dire grazie alla mia famiglia per la mie elezione”.
Ma il Paese asiatico ha eletto anche un secondo rappresentante, ovvero Stefano Edward Puvanendrarajah (480 voti), mentre il Bangladesh è arrivato a quota tre: Sumi Dalia Aktar, la donna più votata della Consulta con 609 preferenze, Anwar Hossain Md (440) e Alamin Md (436). La comunità pakistana ha scelto Afsar Gul (41 voti) e Iqtidar Hussain (33), mentre quella filippina ha optato per Medelenia Sastrillo (482) e Edna Minion (264). Due rappresentanti anche per Romania (Vasile Bodoga che ha raccolto 53 preferenze e Dorina Gamalie con 14) e Tunisia (Nesrine Abdia con 82 voti e Jalel Briki con 56), mentre per gli altri soltanto uno: Rida Berradi, Marocco, 35 voti; Alexander Osei Minkah, Ghana, 427; Nunes Boaventura, Capo Verde, 77; Rajendra Bitrayya, Mauritius, 184; Maryna Vaynahiy, Ucraina, 62; Beata Elzbieta Kowalczyk, Polonia, 30; Adham Darawsha, palestinese, 8; Sofia Elisabeth Quinonez, Ecuador, 90. L’eletto più giovane ha 24 anni, il più “vecchio” appena 55.
La Consulta sarà composta da 21 membri in rappresentanza di sette aree geografiche diverse con un presidente, un vicepresidente e un ufficio di presidenza. Il presidente parteciperà ai lavori del consiglio comunale, dove avrà diritto di parola ma non di voto e sarà portavoce della Consulta. Per questa prima volta il mandato degli eletti durerà quattro anni e l’incarico di presidente sarà rinnovato dopo due; il prossimo mandato durerà invece cinque anni e l’incarico di presidente sarà rinnovato dopo due anni e mezzo. Sala delle Lapidi eleggerà tre consiglieri che rappresenteranno il consiglio all’interno della consulta e lo stesso farà la giunta scegliendo un proprio delegato, che può essere lo stesso sindaco, un assessore o una persona scelta dal primo cittadino. Gli eletti non avranno un compenso dal momento che le leggi non lo consentono.
LE REAZIONI
Soddisfatto dell’esito delle consultazioni il consigliere comunale del Pd Rosario Filoramo. “Intendo ringraziare tutti gli elettori che si sono recati alle urne e alla civiltà e attaccamento per la democrazia che hanno dimostrato col loro atto. Un grazie ai dipendenti comunali che hanno permesso il regolare svolgimento delle votazioni, in particolar modo a quelli che senza accedere allo straordinario hanno lavorato gratis in questi giorni. Per essi mi auguro che si trovino in futuro le giuste soluzioni per riconoscere ciò che spetta ai lavoratori. Non posso non evidenziare ancora una volta come sia stato un errore l’estensione del diritto di partecipazione ai cittadini comunitari che già godono di tutti i diritti politici, che con la loro scarsa partecipazione al voto hanno dimostrato l’inutilità di quella scelta voluta dall’amministrazione comunale. Infatti sui 6500 stranieri votanti, gli europei compresi i comunitari che si sono recati al voto sono stati solo 167: perché votare per una consulta che surroga diritti che ad essi sono già concessi per legge? Infatti la legge regionale 6 del 5 aprile 2011, all’articolo 12, prevede di istituire le consulte comunali degli immigrati non appartenenti alla comunità europea, spero che a Palermo si torni presto al dettato della legge”.
Un fatto positivo, la grande affluenza ai seggi per le elezioni della consulta delle culture”, dichiarano il segretario della Cgil di Palermo Maurizio Calà e il responsabile Cgil immigrati Zaher Darwish. “L’integrazione muove i suoi passi da una questione culturale anche se riteniamo che la consulta debba avere un ruolo che va al di là della mediazione tra cittadinanze diverse e assurgere a laboratorio di proposte per la città e debba confrontarsi non solo con l’amministrazione comunale ma anche con i soggetti sociali, a partire dal sindacato”. “La grande affluenza – aggiungono Calà e Darwish – dà il segno dell’attesa e della voglia di protagonismo che gli immigrati intendono avere. Bisogna stare attenti a non deludere queste aspettative. Tocca adesso all’amministrazione finalmente dare continuità a questo percorso. Siamo disponibili, come sindacato, a maggior ragione dopo le ultime grani emergenze di Lampedusa, ad aprire subito il confronto, per discutere di tutti i temi che riguardano l’immigrazione, e a lavorare insieme”.
E’ Nadine Abdia, 34 anni nata in Tunisia, da anni operatrice di Palermo e co-presidente regionale dell’Anolf ,l’associazione degli immigrati della Cisl, la prima degli eletti dell’Africa settentrionale, con 82 voti su 208, alle elezioni dei componenti della Consulta delle culture del comune di Palermo. “Un fatto positivo – spiegano Mimmo Milazzo Segretario Cisl Palermo Trapani e Marcello Patti Presidente Anolf Palermo – che premia il suo impegno con la nostra associazione nell’assistenza ai tanti immigrati di questa città. Un impegno che proseguirà per dare voce finalmente alle tante esigenze delle comunità, nella speranza che questo sia un primo vero passo per la partecipazione attiva degli immigrati alla vita politica della città oltre che culturale e sociale. Da anni ci battiamo per questo, e la Consulta voluta dall’amministrazione comunale di Palermo, rappresenta una importante novità nel difficile percorso dell’ìntegrazione, unica in Sicilia”. “Al di là della rappresentanza politica – spiega Nadine Abdia – grazie alla Consulta, gli immigrati potranno finalmente partecipare attraverso i loro rappresentanti alla vita culturale e sociale di Palermo. L’alta affluenza ai seggi dimostra quanto le comunità siano da anni pronte ad aprirsi alla città, speriamo ora Palermo si apra agli immigrati nel segno di una vera integrazione”.
“Gli immigrati residenti a Palermo non si sono fatti ingannare da Orlando. Anche gli stranieri non credono più al sindaco”. Lo afferma Angelo Figuccia, capogruppo del Partito dei Siciliani-MPA al Consiglio Comunale, che prosegue: “Con appena 6800 votanti su oltre 20 mila aventi diritto, le elezioni per la consulta delle culture si sono rivelate un autentico flop. Non è più tempo di proclami e di annunci roboanti come la candidatura di Palermo a capitale della cultura nel 2019. Orlando la smetta di fare politica demagogica, ma pensi soprattutto alle fasce più deboli della popolazione, costretta ogni giorni a fare i salti mortali per tirare avanti. I cinquantamila euro spesi per queste pseudo elezioni potevano essere impiegati sicuramente meglio nel dare sostegno a chi ne ha veramente bisogno, in primis agli stessi extracomunitari”.
“Ieri in città si è svolta una grande festa ed un importante esercizio di democrazia, quasi 7 mila concittadini provenienti da Paesi diversi e non ancora pienamente italiani, hanno esercitato il loro diritto di voto e scelto i loro rappresentanti. Vorrei ricordare, continua Maurizio Li Muli Consigliere PD della V Circoscrizione e segretario del circolo PD Sicilia Europa, l’impegno personale dei candidati, la gran parte dei quali ha organizzato una campagna elettorale capillare, fatta di riunioni, contatti personali, feste, oltre che dei più tradizionali (almeno per noi) volantini, “santini elettorali” e manifesti. Ma io credo, continua Li Muli , che l’importanza di questo risultato sta nella determinazione da parte degli stranieri di uscire dall’ombra, di riaffermare la propria presenza e la propria aspirazione di cittadinanza, che và ben oltre la presenza in città solo come “forza lavoro” più o meno precaria, e che rappresenta la determinazione che questi nostri concittadini hanno circa le legittime aspirazioni al riconoscimento, un desiderio pieno e condiviso di esistere e di contare come membri a pieno titolo della società palermitana e non più soltanto come “ospiti” di passaggio. Le elezioni appena svolte sono solo il primo passo, la Consulta ora deve iniziare a funzionare concretamente, dando rappresentatività al proprio elettorato e portandone le esigenze all’Amministrazione Comunale; adesso la Consulta sceglierà il proprio Presidente che potrà partecipare ai lavori del Consiglio Comunale mi auguro – conclude Li Muli – che l’impegno finora profuso continui con un adeguato appoggio da parte di tutti i colleghi del Consiglio Comunale, per farne di questa un organo dotato di una progettualità politica in grado di far ascoltare la propria voce in maniera costruttiva e propositiva”.