ROMA – Entra ufficialmente nell’agenda del parlamento italiano la tanto discussa questione delle mega installazioni militari americane di Niscemi. Lo fa con una tavola rotonda organizzata nella Sala della Sacrestia della Camera dei deputati. Il titolo è dei più espliciti: “Muos: Sicilia tra ponte di pace e avamposto militare”. Una iniziativa promossa dall’intergruppo parlamentare per la pace, sigla trasversale che raccoglie ben sessantotto tra senatori e deputati, provenienti da Sel, Pd, Sc e M5s, e sensibili ai processi di democratizzazione e collaborazione non violenta tra i popoli.
Un momento per discutere inoltre della “progressiva militarizzazione” del territorio siciliano. “Vogliamo porre all’attenzione del parlamento nazionale una questione di non poco conto – afferma, non senza sarcasmo, Erasmo Palazzotto, deputato di Sel e coordinatore della tavola rotonda -. Il Muos – riferisce a Livesicilia – non riguarda solo Niscemi o la Sicilia, ma l’idea che abbiamo rispetto alle linee guida di politica internazionale e di difesa del nostro paese. È una partita aperta dove, da una parte ci sono le vedute dell’attuale esecutivo, che guarda alla nostra isola come alla portaerei di tutto il Mediterraneo e dall’altra l’idea di una Sicilia da intendere come la porta d’Europa, un terra che dovrà essere sempre di più volano di sviluppo e collaborazione tra i popoli”.
Una visione geopolitica che, secondo il parlamentare vendoliano, va nella direzione esattamente opposta rispetto alle scelte strategiche decise in sede di alleanza atlantica: “Il Muos inciderà – spiega ancora Palazzotto – irrimediabilmente sul futuro della Sicilia, facendola divenentare un obiettivo militare assai sensibile. È grave che questa scelta non sia mai passata dal parlamento e dalle nostre istituzioni democratiche. Abbiamo ceduto sovranità senza una seria discussione negli organi preposti. Non possiamo – chiosa- appaltare la democrazia alle funzioni militari. Solo attraverso processi di cooperazione e redistribuzione dei livelli di garanzia democratica si può costruire un mondo migliore”.
La faccenda del Muos resta, dunque, ancora aperta. Ed è proprio il governatore Rosario Crocetta – si auspica Palazzolo – a poter giocare in futuro un ruolo comunque decisivo: non sul versante della programmazione politica regionale, ma su quella nazionale. Il presidente della Regione, infatti, sulla scorta della statuto siciliano può chiedere di sedere in consiglio dei ministri, con il rango di ministro, per salvaguardare gli interessi del territorio isolano: “Crocetta –sottolinea Palazzotto- avrebbe dovuto chiedere, e può ancora farlo, di essere immediatamente ascoltato per difendere l’autonomia e l’indipendenza della Sicilia”.