PALERMO – Avrebbero rubato, ripulito e riciclato qualcosa come 12 mila chili di rame in giro per tutta la Sicilia in soli sei mesi, ricavando centinaia di migliaia di euro dalla vendita del cosiddetto “oro rosso”.
Il Tribunale, su richiesta del pubblico ministero Fabiola Furnari, ha condannato sei imputati, quasi tutti di un unico nucleo familiare: Andrea Cintura (7 anni), Giuseppe Cintura, classe ’78 (8 anni), Giuseppe Cintura, classe ’85 (8 anni), Giuseppe Cintura, classe ’87 (3 anni), Poalo Cintura (4 anni), Giuseppe Taormina (4 anni).
Ci sono pure tanti assolti: Calogero Amico, Salvatore ed Emanuele Cangelosi, Salvatore Paolo Cintura, Angelo, Giovanni e Pietro Filippone, Natale Lucchese e Maurizio Vella. Erano difesi, tra gli altri, dagli avvocati Enrico Tignini, Alessandro Martorana ed Enzo Giambruno.
La maggior parte degli imputati furono arrestati dal nucleo di polizia tributaria delle fiamme gialle di Palermo nell’ottobre 2010. La banda a conduzione familiare avrebbe avuto una struttura piramidale. Ciascuno aveva il proprio ruolo: chi rubava, chi ripuliva il rame dalle guaine di plstiche e chi lo rivendeva. Il materiale sarebbe stato stoccato in una villa utilizzata come deposito prima di essere consegnato a imprenditori titolari di aziende che si occupano proprio di attività di recupero di materiali ferrosi.