PALERMO- “Non sono imparziale? Vero, sono dalla parte della giustizia”. Si apre un altro capitolo nella polemica tra l’assessore all’Energia Nicolò Marino e il vicepresidente di Confindustria Sicilia Giuseppe Catanzaro, l’ennesimo di un battibecco che va avanti da settimane attorno alla gestione delle discariche e lo smaltimento dei rifiuti in Sicilia.
Ieri il numero due degli industriali siciliani non ha usato mezzi termini: “L’assessore Marino non è imparziale”, ha detto. E oggi Marino gli risponde: “Confindustria non è l’antimafia – dice – , i simboli della lotta a Cosa nostra sono stati tutti ammazzati”. “Non posso pensare – continua Marino – che sia una scelta ottimale che l’Irfis apra le sedi e faccia il protocollo con Confindustria: siamo in palese violazione dell’articolo 3. E non voglio pensare neanche che simboli dell’antimafia pensino di fare affari con la struttura pubblica. Questo – afferma l’assessore – con l’antimafia non c’entra nulla”.
Uno scontro durissimo, quello con Catanzaro, che però – sottolinea Marino – non è partito da lui. “Io ho ritenuto di intervenire perché il vicepresidente di Confindustria Sicilia ha prospettato una querela, e non potevo restare in silenzio, ma questa è l’ultima volta in cui intendo trattare la vicenda: risponderemo con i fatti”. E alle accuse di non fare gare pubbliche l’assessore all’Energia risponde: “A noi appartiene l’introduzione amministrativa del servizio pubblico, forse Catanzaro dimentica che è stato lui, dieci anni fa, a non fare una gara. Noi, tanto per fare un esempio, abbiamo una gara ad Aci Castello ( e un’altra a Bellolampo. C’è stato un momento, invece, nel periodo emergenziale, credo nel 2004, dove il servizio venne assegnato a Catanzaro senza gara. Forse se lo è dimenticato: verificheremo”.
La polemica sui rifiuti, nel frattempo, è finita anche sotto i riflettori della commissione Antimafia dell’Assemblea regionale, presieduta da Nello Musumeci, che al termine della seduta di oggi ha deciso di convocare per un’audizione l’assessore Marino.