Ha vinto Renzi, cosa succede in Sicilia - Live Sicilia

Ha vinto Renzi, cosa succede in Sicilia

di CHIARA BILLITTERI E ROBERTO PUGLISI In Sicilia la vittoria del sindaco di Firenze è stata abbondante, ma meno netta. Ecco gli scenari, tra governo e partito. E a Palazzo Chigi c'è Letta...

le primarie nel pd
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PALERMO– “Adesso l’agenda la dettiamo noi”. I renziani siciliani festeggiano la vittoria con un occhio già al futuro più imminente. Comuni, province, ma soprattutto il governo regionale.

Perché Matteo Renzi è il nuovo segretario del Partito democratico. Una vittoria schiacciante – soprattutto al di sopra dello Stretto – con percentuali (quasi il 70 per cento) che fanno impallidire gli avversari. Renzi vince dappertutto, e anche in Sicilia. Ma con i dovuti distinguo: l’Isola ha incoronato il sindaco rottamatore neosegretario con poco meno del 60 per cento, innanzitutto, e con risultati provinciali molto diversi tra di loro. C’è il caso di Enna, naturalmente. La roccaforte di Mirello Crisafulli ha regalato a Gianni Cuperlo, sfidante di Renzi, un esorbitante 73 per cento dei consensi in città, più del 60 in provincia. Ad Agrigento, invece, Renzi vince, ma di poco.

E poi c’è Palermo, dove il riultato che salta all’occhio è quello ottenuto da Pippo Civati, anche lui candidato alla segreteria del Pd, che soltanto in città ha incassato il 23 per cento sorpassando anche Gianni Cuperlo, che con circa 5 punti in meno si è piazzato al terzo posto sul podio del capoluogo. Ma Cuperlo è più forte in provincia, dove ha ottenuto più del 28 per cento, restando comunque molto sotto rispetto al sindaco di Firenze.

Che, non c’è dubbio, ha vinto. E adesso chi lo ha sostenuto pensa alla prossima mossa. Nessuno di loro parla di ingresso in giunta, ma, da oggi, il presidente Crocetta dovrà ascoltarli. Almeno loro la pensano così. Il ‘colonnello’ dei sostenitori del sindaco di Firenze, Davide Faraone, è l’unico che afferma di volere soltanto godersi la vittoria, ma poi aggiunge con un sorriso: “Adesso viene il bello”. Equilibri di governo, di Palazzo, il congresso regionale – che eleggerà il nuovo segretario alla guida del Pd siciliano – che si avvicina sempre di più: i ‘renziani’ (che non vogliono più essere chiamati così, perché la corrente, dopo il risultato ottenuto, “si è sciolta”) adesso fanno sul serio, e forti del 60 per cento dei consensi dell’elettorato delle primarie nell’Isola, sulla bilancia della maggioranza adesso vogliono pesare di più.

“Il cambiamento è la direzione di marcia – dice il senatore del Megafono Giuseppe Lumia – e questo incoraggia anche il governo Crocetta, che ha a cuore il voto d’opinione e saprà incarnarne le esigenze”. “In Sicilia adesso arriva un vento di rinnovamento della politica che ci aiuterà a governare meglio tanti comuni e anche la Regione  – aggiunge il segretario del Partito democratico Giuseppe Lupo – per rispondere alle aspettative dei nostri elettori e dei cittadini”. Ma, sul ‘come’ cambieranno adesso le cose, nessuno pare avere ancora le idee chiare. Che nei palazzi della politica regionale si terrà conto in qualche modo del risutato di oggi non c’è dubbio: si parla di rimpasto a gennaio, e quella potrebbe essere la prima occasione per rivendicare la vittoria ottenuta. Ma “nessuna minaccia”, garantisce anche Fabrizio Ferrandelli, deputato del Pd all’Ars, che però poi aggiunge: “Adesso, però, Crocetta dovrà ascoltarci. Il candidato al congresso? Il nome lo facciamo noi”.

Già, il nome del futuro candidato alla guida del partito in Sicilia. Sarà sostenuto dalla stessa coalizione messa in campo per il rinnovo delle segreterie provinciali o in questa tornata elettorale? L’ipotesi più accreditata – anche a detta proprio dei renziani – è che le carte, adesso, si rimescolano. Anche perché, dicono quelli che in questa auspicata unità credono poco, la coalizione che oggi nell’Isola ha vinto le elezioni non è detto che tenga a lungo. Troppe ‘aree’ a proprio interno, ognuna delle quali rivendicherà la sua fetta di merito. Ma i vincitori assicurano: “Stop alle correnti, adesso più vicini e più forti”. Ma uno stop agli entusiasmi arriva da Antonello Cracolici, che suggerisce ai vicitori di “prendere una gazosa per stemperare i fumi dell’ebbrezza. Poi, provino a capire questo risultato”. Numeri che, a detta di Cracolici, non premiano chi ha sostenuto il neo segretario Renzi, “che in Sicilia ha preso 10 punti in meno rispetto al dato nazionale: un risultato ottenuto soltanto grazie all’effetto ‘ciclone’ del sindaco di Firenze, e che adesso dovranno scontare”.

 

 

 


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