TRAPANI – Ci sono pure un mega hotel con tanto di centro congressi e un villaggio turistico fra i beni sequestrati a Giuseppe Amodeo. Del suo patrimonio da 50 milioni di euro faceva parte anche l’Esperidi Park Hotel di Castelvetrano e il Suvaki village di Pantelleria. Ed ancora: società impegnate nel settore del turismo, imprese agricole ed edili, case e terreni.
La Direzione investigativa antimafia, guidata a Palermo e Trapani da Arturo De Felice, mette a segno un altro duro colpo a quell’imprenditoria considerata contigua alla mafia. Stavolta si tratta delle cosche della provincia di Trapani.
Amodeo, 58 anni, fu arrestato nel luglio 1998. Era accusato di concorso in associazione mafiosa. Gli investigatori lo consideravano un imprenditore “a disposizione” dei boss trapanese e alcamesi. Pezzi grossi della mafia come Vincenzo Virga e Antonino Melodia. Alla fine del processo Amodeo venne condannato per favoreggiamento aggravato a un anno e quattro mesi di carcere.
“Pur non risultando essere un affiliato all’associazione mafiosa Cosa nostra – scrivono gli investigatori – dalle acquisizioni processuali la figura di Giuseppe Amodeo emerge quale quella di un imprenditore che non si è fatto scrupoli ad entrare in rapporti di affari con le imprese mafiose, al fine di assicurarsi lauti guadagni, che hanno posto le basi del suo successo economico-imprenditoriale – proseguono -, garantendo, nel contempo, il raggiungimento delle finalità lucrative proprie dell’associazione mafiosa, contribuendo così, in maniera determinante, alla sopravvivenza di tale piaga sociale”.