PALERMO – Il buono scuola torna a far discutere. Se da una parte è stata data una boccata d’ossigeno alle 5.600 famiglie inserite nella prima tranche di beneficiari che hanno ricevuto i soldi lo scorso dicembre, sono ancora in tanti a lamentare gli estenuanti tempi di attesa dei contributi regionali per i figli iscritti negli istituti paritari da ben cinque anni. Si tratta, infatti, dei pagamenti risalenti al 2008/2009. “Tutto è ancora fermo – scrive a Livesicilia Daniele Giuffrida – aspettiamo da anni un rimborso dalla Regione e ancora non si sa nulla. Se provo a chiamare gli uffici competenti il telefono squilla a vuoto o è staccato. Abbiamo il diritto di sapere con certezza quando i contributi verranno erogati”.
I genitori hanno anche creato un gruppo su Facebook dal titolo ‘Vogliamo il buono scuola’ “così possiamo parlare tra noi – prosegue Giuffrida – raccogliere dubbi e confrontare le esperienze”. Sul gruppo online lo sconforto è visibile, tanti i post scritti e i commenti rilasciati. “La nostra realtà governativa – si legge sul social – si avvicina sempre di più a scenari da paesi africani, ovunque regna l’illegalità ed in tantissime occasioni i nostri governanti hanno dimostrato di poter volgere le leggi a loro favore. Diciamo basta”.
Per la seconda tornata di pagamenti, che riguarderà 8.303 famiglie, verranno stanziati circa sette milioni e centomila euro. A confermarlo è lo staff dell’assessore alla Pubblica istruzione, Nelli Scilabra. “Pubblicheremo a breve sul sito ufficiale – assicurano dal dipartimento Istruzione – il decreto contenente il secondo gruppo di beneficiari, stiamo aspettando l’inserimento dei capitoli di competenza in bilancio. Da quel momento saranno dati 15 giorni per consentire alle famiglie di leggere la graduatoria e controllare che i codici siano esatti. Poi emetteremo i mandati di pagamento e li invieremo alla Ragioneria, che trasmetterà tutto al dipartimento del Tesoro. Da lì, infine, le somme verranno inviate in banca. Noi, tuttavia, possiamo governare i tempi del nostro dipartimento e il nostro lavoro termina con l’invio alla Ragioneria”.