PALERMO – Era stata ricoverata nel mese di settembre di due anni fa per una frattura del femore e quello a cui era stata sottoposta era stato un delicato intervento per l’impianto di una protesi alla gamba destra, che le avrebbe permesso di tornare a camminare. Ma, per un incredibile errore in sala operatoria, i medici le impiantarono la protesi nella gamba sbagliata. E’ successo all’ospedale Villa Sofia di Palermo, dove per i due chirurghi ritenuti responsabili dell’operazione sbagliata è arrivata oggi la sospensione per sessanta giorni dall’attività: si tratta di Claudio Castellano e del suo aiuto Antonio Jacobs, dell’equipe di Ortopedia e Traumatologia.
Un provvedimento della magistratura eseguito e notificato stamattina dai carabinieri del Nas che hanno condotto le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dal sostituto Gianluca De Leo dopo la denuncia di una paziente di 76 anni e dei suoi familiari. I due sono stati interdetti per due mesi, in attesa che l’inchiesta, ancora alle prime battute, si sviluppi nei dettagli. I due si sarebbero accorti dello sbaglio procedendo ad una correzione che prevedeva l’impianto di una protesi anche a destra, ma in base a quanto è emerso dalle indagini avrebbero poi attestato nel verbale di sala operatoria e nel diario clinico fatti diversi. Ad emettere il provvedimento di sospensione il gip Angela Gerardi, condividendo l’ipotesi investigativa in merito alla falsificazione dei documenti sanitari, che non attesterebbero quindi, cosa sia davvero successo durante l’intervento chirurgico.
Quello avvenuto a Palermo non è il primo errore di questo tipo nella Sanità italiana. Uno dei più recenti risale al 2010, quando una donna di Voghera, anch’essa sottoposta a un’intervento al femore, si accorse, durante l’operazione, nonostante l’anestesia, che il chirurgo le stava operando la gamba sbagliata. Poi l’azione giudiziaria ed un risarcimento milionario.
In città, invece, risale soltanto a ieri la notizia di una diagnosi errata di tumore nei confronti di una donna, la cui denuncia ha portato ad un risarcimento “per danno morale ed esistenziale”. Alla vigilia di Natale le avevano diagnosticato senza ombra di dubbio un cancro al rene in stato molto avanzato che le avrebbe lasciato pochi mesi di vita. Ma si trattava di un clamoroso errore medico, come hanno poi accertato i due istituti di Milano che aveva consultato in un ultimo barlume di speranza.