PALERMO – “Un passo avanti”. Così il presidente della Regione Rosario Crocetta ha commentato l’incontro di stamattina col vicesegretario nazionale del Pd Guerini, il segretario regionale Raciti e il responsabile Walfare dell’esecutivo Faraone. “Un passo avanti – spiega Crocetta – perché intanto abbiamo riavviato una discussione sulle riforma necessarie alla Sicilia. A dire il vero, il mio governo – aggiunge Crocetta – ha già presentato una serie di riforme importanti, mentre le altre sono in itinere. Da lì ricomincia il dialogo”. Nessun riferimento alle richieste di nuovo governo giunte nei giorni scorsi da diverse aree del Pd: “Non abbiamo parlato di rimpasto. Certamente – aggiunge Crocetta – considero un ‘vulnus’ l’assenza di un’area del partito nel mio governo”.
Insomma, non si sarebbe parlato di rimpasto, dice Crocetta. Ma di “cose da fare”. E il governatore indica già i prossimi due interventi da mettere in cantiere: “La prima cosa da fare insieme alle forze politiche in Parlamento – spiega Crocetta – è l’equiparazione dei tetti tra gli stipendi della Regione e quelli dell’Ars. E non si può scegliere in questo caso la strada di una trattativa sindacale che durerebbe mesi. È una questione di giustizia e di equità tra i dipendenti regionali e quelli dell’Assemblea. Poi, per carità – aggiunge – sulle modalità con cui fissare anche all’Ars il tetto di 160 mila euro, è giusto che Ardizzone e il consiglio di presidenza dialoghino con i rappresentanti dei lavoratori. Ma intanto, bisogna fissare quel tetto e ne parlerò subito con tutte le forze politiche”.
Poi, il secondo “step”, l’approvazione, cioè, della “Finanziaria vera. Quella approvata pochi giorni fa, e che ha avuto l’ok del Commissario dello Stato è solo un punto di partenza. Ma credo non abbia avuto molto senso non lavoarea a una norma che garantisse gli stipendi per tutto l’anno. Già la prossima settimana – annuncia Crocetta – porteremo il ddl in commissione. Poi penseremo alle altre riforme: quelle del sistema pensionistico, sui testimoni di giustizia, sulla semplificazione amministrativa, quella che definisce l’abolizione delle Province”.
Riforme. Un po’ quello che era stato richiesto, a mo’ di ultimatum dal componente della segreteria nazionale dei democratici, Davide Faraone. Riforme da portare avanti, però, con una maggioranza ancora fragile, dove buona parte del Pd appare ancora scontenta. “La maggioranza – dice Crocetta – si costruisce su questo: su un programma, su un progetto. Non sulle poltrone. Il confronto di oggi si è svolto solo su questi punti. Detto ciò, come è noto, io non ho mai chiuso all’idea di prevedere l’ingresso dei cuperliani in giunta. Ma di rimpasti generalizzati non se ne parla. Non voglio fare come Raffaele Lombardo, che in una legislatura ha nominato sessanta assessori”.
Ma dal Pd le richieste di un nuovo esecutivo sono giunte da diverse parti. “Come rivedere la delegazione in giunta è un problema del Pd. Io sono il presidente della Regione. E in questa discussione entro solo, semmai, in qualità di dirigente del Pd. Ma la discussione sugli assetti non è all’ordine del giorno, non è la priorità. E non è emersa nemmeno dal tavolo oggi. Certamente – conclude Crocetta – dobbiamo sincronizzare l’attività di governo e quella della maggioranza. Non possiamo permetterci di avere, a Sala d’Ercole, due Pd. E per fare questo credo serva una passaggio interno, del partito, nei suoi organismi. Solo dopo questo step, potremo discutere del resto”. Del Crocetta ter, insomma. O, come preferirebbe il governatore, del semplice “aggiornamento” del Crocetta-bis.