PALERMO – Sempre meno risorse. E personale ridotto all’osso. È il grido dall’allarme dei dipendenti di Arpa Sicilia, l’agenzia che si occupa della tutela ambientale dell’Isola. Un ruolo che potrebbe -stando ai lavoratori dell’ente – essere fortemente compromesso dalle scelte del governo regionale. La questione è descritta in una lunga lettera inviata, oltre che al governatore Crocetta e agli assessori regionali, anche al premier Renzi e ai Ministri competenti.
Dopo aver raccontato la storia dell’Agenzia, frutto dell’approvazione di una legge del ’94, e poi nata effettivamente in Sicilia nel 2001, i lavoratori giungono all’attualità. Un’attualità preoccupante. “La legge regionale istitutiva – si legge nella lettera dei lavoratori – ha individuato risorse finanziarie quantificate in misure non inferiore a 20 miliardi di lire per il 2001 e non inferiore a 40 miliardi di lire per gli anni successivi e con successivo regolamento regionale (2005) era stata definita la dotazione organica pari a 957 unità, che teneva conto delle varie figure professionali necessarie, in linea con le dotazioni organiche di altre regioni che avevano istituito le proprie Agenzie. Di contro oggi il personale in servizio (359 unità) a qualsiasi titolo (parte del personale è in comando) presso ARPA Sicilia è solo del 37% (di cui 21 unità di personale regionale comandato e 22 unità di personale comandato da altri enti a totale rimborso di ARPA ) della dotazione organica stabilita. Inoltre non è stato ancora attuato il trasferimento delle risorse umane e finanziarie ancora gestite dal servizio sanitario, come previsto dalla legge istitutiva, che determina notevoli difficoltà ed incertezze sia per il personale ex ASP che per le spese ordinarie sostenute nelle Strutture Territoriali dell’ARPA”.
Ma accanto all’esiguità dell’organico, ecco anche la riduzione dei trasferimenti regionali. A questo si aggiunga che le risorse finanziarie attribuite ad ARPA dalla Regione tramite l’Assessorato Territorio ed Ambiente hanno subito una progressiva diminuzione nel tempo, da circa 16 milioni di euro nel 2010 a poco più di 4 milioni di euro nel 2014, come riportato nella “manovrina” recentemente approvata all’ARS. Ad ARPA Sicilia sono stati applicati tutti i vincoli di carattere finanziario di riduzione della spesa pubblica, al contrario di quanto fatto per gli enti del settore sanitario per i quali sono stati nel tempo previste opportune norme che garantissero la continuità nell’erogazione dei servizi pubblici essenziali per la cura e la tutela della salute dei cittadini. Sotto il profilo strettamente contabile, non si comprende, inoltre, per quali motivazioni l’autorizzazione alla spesa per il funzionamento di ARPA è inserita negli allegati alla legge di stabilità regionale, alla stessa stregua di associazioni ed enti non pubblici operanti nel terzo settore, quali, ad esempio contributo a “Taormina Arte” e alle “Orestiadi di Gibellina”, e non, come previsto dalla legge istitutiva (comma 9, art. 90, l.r.n.6 del 2001), con l’apposito capitolo del bilancio della Regione. E’ infine – prosegue la lettera – del 30/5/2014 la nota del Dirigente Generale dell’ARTA che comunica che è stata autorizzata la gestione provvisoria di questa Agenzia non oltre il 31/8/2014 con notevoli limitazioni in ordine alle spese, escludendo in particolare la corresponsione degli emolumenti accessori del comparto e della dirigenza, dello straordinario e della pronta disponibilità per la gestione delle emergenze per i mesi di maggio e giugno. A seguito di ciò il nostro Direttore Generale ha convocato urgentemente un tavolo sindacale per definire le azioni da porre in essere a seguito della gravissima situazione nella quale si ritrova l’Agenzia”.
Tutti fatti che, come detto, stanno preoccupando molto i dipendenti del’Agenzia: “Il dubbio è che questa progressiva e inarrestabile riduzione delle risorse assegnate ad Arpa – spiegano infatti – sia una scelta che determinerà il blocco delle attività di monitoraggio e controllo, fin oggi svolte dall’Agenzia, che seppur minime e svolte tra mille difficoltà, costituiscono l’unica reale base di conoscenza dello stato dell’ambiente e determinano un’azione di prevenzione e tutela dai reati ambientali nonché di salvaguardia della salute dei cittadini. Pertanto è necessario che tutti i soggetti in indirizzo siano a conoscenza della situazione conseguente alle scelte che la Regione sta adottando in tema di tutela dell’ambiente e che valutino se i tagli messi in atto siano coerenti anche con le scelte di politica di tutela ambientale nazionale nonché con le esigenze degli organi impegnati, insieme ad ARPA Sicilia, nella protezione dell’ambiente (Province, Comuni, NOE, Procure, ecc.). Ritenendo invece i sottoscritti – proseguono i lavoratori – che il ruolo di ARPA è centrale e fondamentale in una prospettiva di tutela delle risorse naturali, si chiede di cancellare questo percorso che porterà all’azzeramento del ruolo di ARPA Sicilia e di implementare al contrario un processo di rilancio attraverso un sistema coordinato di interventi di breve e medio periodo, che eliminino o almeno riducano le ormai storiche criticità, aggravate dalle ultime scelte finanziarie”.