PALERMO – Dopo giorni di attesa, arriva la decisione: le cabine di Mondello non finiscono sotto sequestro. Così ha stabilito il giudice per le indagini preliminari Fernando Sestito, che ha respinto la richiesta dei pubblici ministeri. Manca, secondo il Gip, il fumus del reato.
Nei giorni scorsi, dopo che i vigili urbani avevano presentato un esposto in Procura, analizzando le carte, i magistrati conclusero che la società Italo Belga non era in possesso di una autorizzazione paesistica da parte della Sovrintendenza ai beni ambientali. Di avviso opposto sono sempre stati i legali dell’azienda, gli avvocati Roberto Tricoli e Raffaella Geraci, secondo cui l’autorizzazione era legata alla scadenza della concessione prevista per il 2015. Anche se i pm di Palermo dovessero fare ricorso al Tribunale del Riesame (ipotesi che è al vaglio dei magistrati) ci sarebbe poi la Cassazione e i tempi si allungherebbero probabilmente oltre settembre.
“Il provvedimento del giudice ha suggellato la correttezza e regolarità di tutti i permessi della Italo Belga, tant’è che – dichiarano i legali – secondo quanto apprendiamo da notizie di stampa, non è stato ritenuto sussistente neppure il fumus di reità. Questa vicenda è figlia di notizie pretestuose e fuorvianti che hanno creato, nell’opinione pubblica, un inutile sconcerto”.
Il Gip ha ritenuto che l’autorizzazione della Soprintendenza, che ha efficacia quinquennale, rilasciata nel 2008, può anche non essere più richiesta per interventi successivi al quinquennio, se sono stati già eseguiti i lavori in questione. Secondo la giurisprudenza recente da cui attinge il giudice di Palermo, ogni manufatto altrimenti sarebbe sottoposto a un rischio ciclico di demolizione. E’ la stessa tesi sostenuta con forza dai legali della Italo-Belga. Per la Procura, invece, questo orientamento riguarda manufatti stabili e non rimovibili come le cabine. In questo caso, sempre secondo i pm, si tratta di interventi che sono ciclici e stagionali, che comportano rimozione e istallazione e che quindi necessitano di nuove autorizzazioni perché le condizioni ambientali e paesaggistiche cambiano nel corso del tempo.
In conclusione il giudice Sestito ha ritenuto che nel caso delle canbine di Mondello non sia statao violato l’articolo 181 del codice beni culturali, a cui faceva riferimento la richiesta degli inquirenti, i quali, però, ribadiscono che proprio in quell’articolo si parla di necessità di autorizzazione “per lavori di qualsiasi genere”.
“L’Amministrazione comunale si occupa delle realtà amministrative, per cui la decisione dei magistrati è ininfluente rispetto all’esigenza che tutti i concessionari rispettino la normativa vigente provvedendo a munirsi di idonea concessione da parte dell’amministrazione comunale”. Lo ha detto il sindaco Leoluca Orlando commentando la notizia.
“Sapevamo che sarebbe finita così – dice Giovanni Castellucci, amministratore della Italo belga – perché abbiamo sempre avuto la documentazione in regola. Spero che questa decisione possa mettere fine alle polemiche sorte in questi giorni”.