PALERMO – La riforma è ancora “work in progress”. Così l’ha chiamata l’assessore alla Formazione Nelli Scilabra, e in effetti da lunedì prenderanno il via le “consultazioni” con sindacati e forze politiche: l’obiettivo è arrivare ad un testo sulla Formazione professionale il più possibile condiviso, approvarlo in fretta chiudere con il vecchio sistema.
Ma le perplessità sono ancora tante, forse troppe. A cominciare da quella legata al fatto che ancora né i sindacati né le forze politiche hanno visto il testo della proposta di legge. Una prassi che Michele Pagliaro, segretario della Cgil Sicilia definisce “non certo edificante”. E per questo, polemiche a parte, è ancora troppo presto per dare giudizi. Ma tutti hanno almeno dei suggerimenti.
A cominciare dai sindacati. Inultile dirlo, per loro parte integrante della riforma è anche la salvaguardia dei lavoratori: “Gli obiettivi li condividiamo con il governo – dice il segretario regionale della Cisl Maurizio bernava – , anche noi vogliamo chiudere con un sistema che si è rivelato fallimentare. Ma la Formazione ormai è una vera e propria emergenza sociale. Senza prestare attenzione a questo, difficilmente si potrà fare una riforma seria. E per farlo bisognerà ristrutturare tre filiere principali: quella dell’obbligo formativo, degli sportelli multifunzionali e quella degli interventi formativi, dove in gioco ci sono i posti di lavoro di tremila persone. Crocetta finora ha solo fatto una guerra al sistema, senza mai interessarsi degli aspetti sociali. E ora, all’Ars non c’è certo un buon clima per affrontareuna riforma così delicata”.
Per la Uil di Claudio Barone questa è una riforma “che ha preso una brutta piega. Anziché risolvere i problemi – dice il segretario regionale della Uil – si aggiungono nuove complicazioni. L’idea di affidare ai consorzi dei Comuni , di cui ancora non si conoscono funzioni, competenze, modalità di finanziamento e che rischiano di essere del tutto ingovernabili, una patata bollente come quella della Formazione sembra peregrina. Se serve a confondere qualsiasi responsabilità, questa è di certo un’ottima scelta. Ma se si vuole davvero fare pulizia non ci sembra il percorso giusto. Anche sugli Sportelli multifunzionali – continuano Barone e Giuseppe Raimondi della Uil Formazione – , essenziali per fare decollare “Garanzia Giovani”, non si capisce perché l’assessore Scilabra sembri rimettere in discussione l’utilizzo dei 1.800 lavoratori presso il Ciapi. C’è una precisa norma, concordata con i sindacati, già approvata dall’Ars e che ha ricevuto il parere favorevole da parte del Commissario dello Stato. Non ci risultano altre soluzioni percorribili. Vorremmo capire, quindi, chi sono i cattivi consiglieri e a quali interessi rispondono”.
Per la Cgil, invece, ci sono alcune idee interessanti. “Mi piace – dice Pagliaro – il fatto che si vogliano ancorare le scelte della Formazione professionale al territorio. La proposta della Scilabra è interessante, ma ancora non sappiamo quali siano i termini concreti: le risorse, come si sviluppa il progetto. Sulle garanzie, in realtà, pare una riforma molto volatile, e starei attento anche alla partita dei voucher. Non so se da sola questa modalità può riuscire a bonificare un settore e a renderlo migliore dal punto di vista della qualità. Potrebbe essere addirittura un azzardo. Si alimenterebbero quei club dove l’invadenza della politica è stata incontenibile”.
Dubbi che condividono anche le forze della maggioranza parlamentare. L’impostazione complessiva ci è sembrata buona – dice Gianluca Micciché, deputato dell’Udc – ma ci sono ancora da chiarire tanti aspetti tecnici: per noi ad esempio è indispensabile la salvaguardia del personale e degli enti virtuosi: non possiamo buttar via tutto, c’è chi ha fatto bene, e sono gli enti privati. Loro devono essere messi in condizione di lavorare. Le competenze? Ci vuole prudenza, la situazione dei consorzi mi pare ancora caotica”.
Resta abbottonato il Partito Democratico. Nessuno vuole commentare prima di aver ricevuto il testo, ma una battuta la fa il capogruppo all’Ars Baldo Gucciardi: “Crocetta ha detto che sarà una riforma condivisa? Guai se non lo fosse – dice Gucciardi – questo è indispensabile. Dobbiamo costruire norme utili al mondo del lavoro, e questo, per noi del Pd, è una priorità certa. Va approvata presto, ma è più importante che si decida insieme”.
Sorprendentemente più che disposta a dialogare è l’opposizione del parlamento regionale. Il capogruppo di Forza Italia, Marco falcone, addirittura invita il presidente Crocetta a prediligere il dialogo con le forze d’opposizione, piuttosto che “continuare a farsi tirare la giacchetta dalla sua maggioranza, soprattutto dal Pd, che continua ad usare bilance e bilancini nella speranza di ottenere qualche poltrona in più. Sulla riforma? Siamo sempre stati favoevoli – continua Falcone – , non possiamo ancora esprmere un giudizio nel merito ma su le linee di principio: su quelle siamo favorevoli, ma dobbiamo capire chi è che gestirà la Formazione in Sicilia. Finora ho sentito solo cose molto confuse, noi avevamo porposto un unico ente gestore con partecipazioni proquote dei vari enti, una società mista tra pubblico e privato, che indivisuasse obiettivi e fosse punto di riferimento diretto nei confronti della Regione. Decentrare ai consorzi mi pare prematuro, rischia di creare solo un caos. In aula, però, dobbiamo evitare il Vietnam, ed è giusto cercare condivisione. Ma le leggi hanno un iter. A nessuno salti in mente di scavalcare passaggi obbligati solo per far presto. E in attesa che il governo decida come utilizzare i lavoratori ex sportellisti, impiegati nel progetto ‘Spartacus’ presso il Ciapi di Priolo, è necessario predisporre delle misure di sostegno al reddito che possano alleviare la loro attuale condizione di oggettiva disoccupazione”.
E qualcuna delle idee della riforma piace anche al Movimento 5 Stelle. Che però, frena: “Bene il decentramento – dice Gianina Ciancio, componente della commissione Lavoro – ma d’altra parte la Formazione deve avere una vera cabina di regia. Una riforma degna di tale nome, poi, deve avere come obiettivo quello di ripartire da zero, di fare tabula rasa. Invece sento ancora parlare degli assunti dopo il 2008, e nel sistema ci sono ancora gli stessi gestori di una volta. Così è difficile pensare che si possa cambiare. Bisognerebbe fare tabula rasa”.