Tasi, a rischio 10 milioni di euro| Corsa contro il tempo in consiglio - Live Sicilia

Tasi, a rischio 10 milioni di euro| Corsa contro il tempo in consiglio

Sala delle Lapidi dovrà approvare entro mercoledì le tariffe, altrimenti i palermitani pagheranno "solo" otto milioni e tutti a dicembre, quindi senza acconto. A rischio anche agevolazioni, riduzioni ed esenzioni. Pd e Idv annunciano migliaia di emendamenti: "Vogliamo l'azzeramento".

sala delle lapidi
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PALERMO – Una corsa contro il tempo per non perdere dieci milioni di euro di incassi. Il termine ultimo è quello di mercoledì 10 settembre e sarà quella la data entro la quale il consiglio comunale di Palermo dovrà approvare le nuove tariffe della Tasi, ovvero l’imposta sui servizi indivisibili, che dovrebbe portare al Comune circa 18 milioni di euro. Un condizionale che è quanto mai d’obbligo visto che, se Sala delle Lapidi non dovesse farcela, piazza Pretoria rischia di racimolarne appena 8.

Il tutto è dovuto al decreto legge dello scorso giugno con cui Roma ha fissato alcuni precisi paletti per la definizione delle aliquote della Tasi. I comuni che non hanno approvato il tutto entro maggio hanno infatti fino al 10 settembre per trasmettere al governo le tariffe, così da poter chiedere un acconto il 16 ottobre e il saldo il 16 dicembre, decidendo in autonomia anche quanto far pesare la nuova tassa e su chi, giocando su detrazioni e riduzioni. La giunta Orlando, nello specifico, ha fissato l’aliquota al 2,9 per mille e deciso uno “sconto” di 50 euro per tutti più 20 euro per ogni figlio minorenne, figlio disabile, figlio in affido o anziani over 70.

Un’impostazione che però potrebbe saltare del tutto se non verrà rispettata la data del 10 settembre. Ne è prova il fatto che ieri, in tutta fretta, il consiglio comunale è stato convocato, oltre che per martedì e mercoledì (come già preventivato), anche per lunedì. Il ministero delle Finanze, del resto, ha chiarito il tutto con una nota datata 2 settembre e inviata a tutti i comuni: chi entro mercoledì non invierà tutto a Roma, non solo dovrà applicare l’aliquota di base dell’1 per mille, ma non potrà nemmeno chiedere l’acconto ai suoi contribuenti. Insomma, per i palermitani si tratterebbe di un risparmio di circa 10 milioni (l’incasso passerebbe da 18 a 8) e di somme da pagare tutte in un’unica soluzione entro il 16 dicembre e non più con l’acconto a ottobre. Niente da fare però per agevolazioni, riduzioni ed esenzioni.

La maggioranza orlandiana spera, in tre giorni, di portare a casa l’atto ma le opposizioni di Sala delle Lapidi sono più che mai sul piede di guerra. “Abbiamo pronti migliaia di emendamenti, chiediamo l’azzeramento della Tasi come a Ragusa – avverte il consigliere Pd Sandro Leonardi – dove sono i tagli alla spesa, dopo che hanno dato 143 milioni alla Rap? Quali sarebbero i servizi per cui dovremmo pagare?”. “Non basta dirsi contrari alle tasse, bisogna passare dalle parole ai fatti – aggiunge il segretario provinciale del Pd, Carmelo Miceli – vedremo chi in Aula voterà questo atto”.

“Punteremo in Aula all’azzeramento della Tasi – attacca Filippo Occhipinti, capogruppo di Idv – è possibile farlo, reperendo altrove le risorse e alleggerendo così la pressione fiscale sui cittadini. Nonostante la corsa contro il tempo dell’amministrazione, siamo pronti a presentare oltre duemila emendamenti. Questa è una vecchia Imu camuffata che finanzia servizi che, più che indivisibili, ci sembrano invisibili”.

“Premesso che la Tasi é una tassa decisa dal governo Renzi (Pd) – dice Pierpaolo La Commare del Mov139 – vorrei ricordare, a chi ventila fantasiose ipotesi di azzeramento, che il consiglio ha già votato il regolamento Tasi lasciando dunque da determinare solo e soltanto le aliquote da applicare. La tassa dunque esiste e non può essere messa in discussione, in consiglio valuteremo se e quali modifiche apportare in sede di aliquote e agevolazioni”.

“Faremo di tutto perché l’importo rimanga all’1 per mille – dice Giulio Tantillo, capogruppo di Forza Italia – non consentiremo aumenti per i palermitani. Il sindaco e l’assessore Abbonato se ne facciano una ragione: i cittadini sono stati già tartassati dallo Stato. Comprendiamo che si debba approvare la delibera, così da consentire le agevolazioni, ma saranno giorni di durissima battaglia. Sappiamo che il governo nazionale con l’ultima manovra ha apportato altri tagli, vedremo cosa dovrà sacrificare l’amministrazione. La giunta ci presenti un piano diverso, il 2,9 non sta né in cielo né in terra. In bilancio ci sono alcuni capitoli su cui potere tagliare, presenteremo degli emendamenti ad hoc”.

“Ho convocato per lunedì il dirigente – dice il presidente della commissione Bilancio Francesco Bertolino – il consiglio sarà sovrano sulle aliquote da applicare dell’ennesimo tributo introdotto dal governo nazionale e che costringe i comuni alla loro applicazione. Le aliquote approvate in giunta, da discutere in Aula, prevedono un gettito comunque inferiore alle tassazioni precedenti. Sono certo che il senso di responsabilità, che il consiglio ha più volte dimostrato, anche in questa occasione permetterà di applicare le aliquote nella maniera più equa possibile”.

Il conto peserà sulle prime case e per un 10% sugli inquilini, a meno che il consiglio non disponga diversamente. Così come per l’Imu, per la Tasi non è previsto l’invio a casa di bollettini ma andrà versato tutto in auto-liquidazione. Il calcolo è simile a quello Imu: si considera la rendita catastale maggiorata del 5%, si moltiplica per 160 (coefficiente per le case), poi si divide per mille e si moltiplica ancora per 2,9 (o per 1, a seconda di cosa deciderà il consiglio comunale); al totale si dovrebbero togliere 50 euro più 20 euro per ogni figlio minorenne, figlio disabile, figlio in affido o anziani over 70, consiglio permettendo. I servizi indivisibili graveranno per 110 milioni e saranno così suddivisi: illuminazione pubblica 11 milioni, pubblica sicurezza 41, cimiteri 1,9, manutenzione strade e verde 14,7, servizi socio-assistenziali 30,4, protezione civile 0,9 e tutela degli edifici comunali 4,4.

LE REAZIONI
Il segretario provinciale dell’Ugl terziario Salvo Barone chiede in una nota al Consiglio Comunale “la dimostrazione di un vero senso di responsabilità nei confronti della cittadinanza tutta con l’abolizione della tassa sui servizi indivisibili, gran parte dei quali identificati dalla Giunta Comunale, muniti della relativa copertura finanziaria. È inaccettabile che questa amministrazione, Consiglio Comunale compreso, continuino a gravare sulle famiglie dei palermitani, come se questi soggetti non si rendessero conto che le stesse sono ridotte sul lastrico. Questa tassa, sotto mentite spoglie, sostituisce la vecchia Imu prima casa, coinvolgendo anche gli inquilini, e viene destinata a servizi denominati indivisibili e che definiremmo discutibili, fra l’altro con una incidenza di poco superiore al 15% dell’intero costo, ovvero 18 milioni su 110. Siamo però sicuri che, nonostante gli annunci delle opposizioni, che ricordiamo essere ormai maggioranza in Consiglio, anche questa tassa verrà applicata alla cittadinanza. Ed è proprio alle opposizioni che ci rivolgiamo, soprattutto a quelle che dell’abolizione dell’Imu prima casa ne avevano fatto strumento elettorale per anni, che almeno presentino un emendamento nel quale si tenga conto delle fasce deboli, ovvero che almeno escludano i cittadini disoccupati, che hanno perso un posto di lavoro o usufruiscono di un ammortizzatore sociale: sarebbe un minimo segnale positivo a favore di chi ormai lotta per la sopravvivenza. Ma poi è davvero stupefacente che un Consiglio che ha appena approvato il bilancio consuntivo con più di 70 milioni di euro di avanzo di gestione, continui ancora a chiedere soldi ai cittadini”.

“A Palermo troppe tasse – dice Pippo Russo del Pd – dal 16 settembre, fino alla fine dell’anno, i palermitani saranno bombardati da una serie di adempimenti fiscali per Tari, Tasi, Imu, tra acconti e saldi. Ferme rimanendo, ovviamente, le addizionali Irpef regionali e comunali. Una pesante pressione fiscale, senza precedenti, seppure determinata da leggi nazionali. Rivolgo agli amministratori di Palazzo delle Aquile e ai consiglieri comunali di Sala delle Lapidi alcune domande: perchè non azzerare la Tasi sui servizi indivisibili? Ai sensi del comma 676 dell’art. 1 della legge n.147 del 27 dicembre 2013 il Consiglio comunale può ridurre, fino all’azzeramento, l’aliquota relativa alla TASI a patto che ciò non comporti uno squilibrio di parte corrente per il bilancio comunale. In poche parole, l’azzeramento se lo possono permettere i comuni con i conti a posto. Ecco, i conti a posto, un’espressione che abbiamo sentito pronunciare parecchie volte, in pubbliche dichiarazioni, dal sindaco e dall’assessore al Bilancio. Se i conti sono a posto, cioè se il bilancio non ha sofferenze, perché non utilizzare l’opportunità offerta dalla legge di non fare pagare ai palermitani almeno la Tasi? In via subordinata, visto che i conti sono a posto, perché non limitarsi all’aliquota base dell’1 per mille, invece dell’aliquota del 2,9 per mille già stabilita? In ogni caso, possibile che non ci siano altre forme, tagli di costi improduttivi, migliore utilizzazione del patrimonio immobiliare comunale, anche attraverso vendite, per alleggerire l’insopportabile pressione fiscale sui palermitani? Credo sia urgente una risposta ufficiale dell’Amministrazione comunale e conseguenti determinazioni da parte del Consiglio comunale, a prescindere dalle appartenenze politiche”.

“Noi chiediamo la presenza del sindaco in Aula – dice Felice Bruscia del Pid – e per noi questo rappresenterà una pregiudiziale: deve dirci di quanti soldi ha bisogno e come intende spenderli. Solo in questo caso potremo discutere, in caso contrario siamo per l’azzeramento dell’imposta. Quello che i palermitani pagano è già sufficiente. Palermo è già la città siciliana più tartassata in assoluto”.


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