Larghe intese, centrodestra diviso | Chi pensa al voto e chi pensa al sì - Live Sicilia

Larghe intese, centrodestra diviso | Chi pensa al voto e chi pensa al sì

Il Nuovo centrodestra non esclude un governo di salute pubblica ("Ma Crocetta deve azzerare tutto e ammettere di aver fallito"). Ma il centrodestra non esclude le elezioni anticipate. E si prepara già a trovare un candidato. Ecco i nomi.

PALERMO – No all’inciucio. Forse. Basta, in fondo, non chiamarlo “inciucio”. E la prospettiva cambia radicalmente. “Governo istituzionale”, di unità, di responsabilità. Suona meglio. Ma potrebbe non bastare. Il centrodestra siciliano è di fronte a un bivio. A dire il vero, stando alle dichiarazioni ufficiali, avrebbe già scelto. Avrebbe scelto di pensare al dopo-Crocetta, che potrebbe essere più vicino di quanto si pensi. Però…

Però c’è il richiamo del governatore. Ci sono gli esempi romani. E c’è una vicepresidenza dell’Ars da assegnare. Che può apparire poca cosa. Ma torna utile anche quella, al gioco degli equilibri maggioranza/opposizione. Il presidente della Regione ha richiamato qualche giorno fa i parlamentari: “Non dimentichiamo che gli eletti dal popolo siamo noi, che a noi la gente chiede senso di responsabilità”. E il senso di responsabilità del presidente potrebbe spingere buona parte della maggioranza di Crocetta a sostenere, nella seduta del 7 ottobre, la candidatura alla vicepresidenza dell’Ars del capogruppo dell’Ncd Nino D’Asero. Una mossa “buona” per provare ad aprire un varco nel centrodestra siciliano, utile come via di fuga dal “caso Pd”. E nei giorni scorsi, come confermano molti addetti ai lavori, non sono stati pochi i tentativi di “abbordaggio” di Crocetta agli alfaniani. L’argomento usato? Sempre quello: “A Roma, Pd e Ncd governano insieme. Perché qui no?”.

Il “perché no” è nelle parole del coordinatore regionale del partito, Francesco Cascio: “Siamo convinti – spiega – che presto si potrebbe davvero andare ad elezioni anticipate. Perché mai dovremmo farci coinvolgere da questa esperienza fallimentare? Cosa diremmo al nostro elettorato?”. Insomma, pare un “no secco”. Ma non è davvero così. Perché un modo per coinvolgere il nuovo centrodestra ci sarebbe. “Ma intanto – spiega Cascio – Crocetta dovrebbe passare attraverso l’ammissione di un fallimento. Come ho già detto in passato, questo è il peggiore governo che io ricordi”. E allora? Il problema è tutto lì. “Se il presidente della Regione – aggiunge Cascio – ammettesse questo fallimento e decidesse di lavorare a un governo istituzionale potremmo sederci a discutere. Ma si badi bene: non sto parlando di un ingresso di Ncd in una giunta di centrosinistra. Ma un eventuale coinvolgimento in un esecutivo totalmente nuovo, che passi dall’azzeramento dell’esistente e che in qualche modo sia espressione di tutte le forze che ‘ci stanno’, nell’interesse dei siciliani”.

Ma per Cascio, l’ipotesi più vicina è addirittura la sfiducia al presidente. “Oggi ci sarebbero le condizioni perché questa venga approvata. Temo però che Crocetta possa riuscire a coagulare, basandosi sulla paura di qualche deputato di andare a casa, una maggioranza raccogliticcia, di mercenari pronti a salire sul carro di chi governa”. Loro, gli alfaniani, invece, a queste sirene avrebbero finora resistito: “Da oltre un anno – confida infatti Cascio – Crocetta ci chiede di entrare in questo governo. Ma a queste condizioni è impossibile, lo escludo chiaramente. Ma se azzerasse tutto…”.

Un governo di “salute pubblica”, ecco un’altra delle etichette possibili. Che al momento, però, non viene nemmeno preso in considerazione – almeno nelle dichiarazioni ufficiali – dalle altre forze politiche e dai movimenti di centrodestra. “I rumors nei corridoi di palazzo – dichiara il presidente del movimento moderato Amunì Sicilia, Giusy Savarino – ci parlano di un possibile inciucio tra il Giufà di Sicilia e alcuni cerca-poltrone di centrodestra. Grave iattura non semplicemente per il centrodestra, ma per tutta la Sicilia. I sodali notturni – aggiunge – celano forse nuovi accordi di inciuci e manciugghia di governo? Ma chi se ne frega della vice presidenza dell’Ars, chi se ne frega di poltroncine in una giunta che sta portando al fallimento la Sicilia? Chi è disposto a metterci la faccia per garantire altri tre anni di vita a un governo morto che i siciliani non vogliono più? Facciamo appello alle forze sane del centrodestra affinché tutto questo non accada”.

“Non credo – sgombra invece il campo dai dubbi Nello Musumeci – che ci sia questo rischio. Pochi giorni fa tutti i capigruppo del centordestra hanno sottoscritto un comunicato chiaro e unitario. Ovviamente, da mesi diciamo che, nel caso in cui Crocetta venisse in Aula chiedendo di sostenere due o tre interventi importanti per il lavoro o le imprese, l’opposizione non potrà tirarsi indietro”. Nessun governo istituzionale, però, all’orizzonte secondo Musumeci: “Non se ne parla nemmeno. Bisogna avere rispetto per la geografia politica e parlamentare; la maggioranza governi, l’opposizione controlli. Anzi, sono convinto che le elezioni possano giungere assai in anticipo, sempre che Crocetta non cambi mentalità e non si affidi a un governo stabile. Ma ormai il governatore è impresentabile”.

E sempre nella giornata di oggi anche il leader di Cantiere popolare Saverio Romano ha chiesto – fornendo una implicita conferma delle possibili “grandi manovre” tra governo e opposizione – al centrodestra di non “cadere in tentazione, fosse anche la più nobile” e, anzi, di “elaborare una proposta politica da offrire, insieme a un autorevole candidato alla presidenza della Regione, al vaglio del nostro corpo elettorale”. Si pensa già alle “inevitabili elezioni”, dice Romano, che sarebbero già “alle porte”.

E il riferimento all’autorevole candidato da offrire al “popolo del centrodestra”, inevitabilmente sta innescando un surreale (al momento l’ipotesi più concreta è quella che la legislatura continui fino alla sua naturale conclusione) dibattito sul nome di questo autorevole futuro presidente della Regione. E i nomi, in realtà, rimbalzano già da giorni in ambienti moderati. Uno, è quello del magnifico rettore dell’Università di Palermo Roberto Lagalla, che avrebbe l’ok di Angelino Alfano ma sarebbe gradito a buona parte della coalizione (un po’ meno ai catanesi di Forza Italia, a dire il vero), poi c’è il nome di Stefania Prestigiacomo spinta dai berluscones. Anche Francesco Cascio, stando ai rumors di Palazzo non escluderebbe una corsa al vertice di Palazzo d’Orleans, dopo aver ricoperto l’altro ruolo istituzionale di vertice di presidente dell’Ars. E infine, si fa strada anche l’ipotesi di una riproposizione della candidatura di Nello Musumeci. Lui, minimizza. “Non è all’ordine del giorno – dice – dapprima bisogna davvero unire e rinsaldare il centrodestra e aprirlo alla società civile, alle liste civiche. Poi, le forze che formeranno la coalizione potranno ragionare sul metodo prima e sul nome poi. Se me lo chiedessero? Non mi tirerei indietro. Ma non credo che il fatto di essere stato l’ultimo candidato attribuisca a me un diritto maggiore rispetto agli altri. A me interessa di più la squadra”. Intanto, però, al centrodestra toccherà osservare. L’”autorevole candidato” servirà solo se l’attuale inquilino di Palazzo d’Orleans decidesse di traslocare. O se venisse sfrattato, ovviamente.


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