PALERMO – Un migliaio di famiglie palermitane con figli disabili che, da qui a breve, potrebbero vedere negarsi il diritto allo studio. Soldi che non arrivano, tagli del governo Renzi ai trasferimenti ma soprattutto il rischio che servizi elementari vengano negati alle ragazze e ai ragazzi che ne avrebbero più bisogno. Ecco quanto sta succedendo, incredibilmente, a Palermo e provincia dove gli enti locali devono fare i conti con casse sempre più a secco e lungaggini, mentre a pagarne il prezzo sono i ragazzi con disabilità gravi e neurosensoriali ciechi e sordi.
A lanciare l’allarme in queste settimane sono stati i sindacati, che fra sit- in in Prefettura e incontri istituzionali chiedono a gran voce di trovare un rimedio al problema. Ma andiamo con ordine. La Provincia, per legge, deve erogare cinque importanti servizi per i ragazzi disabili (gravi, neurosensoriali, ciechi e sordi): assistenza alla comunicazione, assistenza igienica e personale, trasporto, semi-convitto ed extra-scolastico. Servizi che, in poche parole, consentono alle famiglie anche economicamente più in difficoltà di garantire ai figli disabili la scuola e attività pomeridiane, oltre alle terapie. La Provincia, in tutto, spende all’anno circa 7 milioni di euro ma il problema è che, quest’anno, di soldi non ce ne sono. Servirebbero almeno 2,5 milioni per arrivare a dicembre, ma i tagli (l’ultimo di 5 milioni) hanno prosciugato le casse di Palazzo Comitini che ha così dovuto allargare le braccia, mettendo a repentaglio anche 350 lavoratori circa.
“Siamo stati convocati dal commissario Domenico Tucci – dice Angelo Barranca della Cisal – che ci ha proposto tre ore al giorno fino a dicembre oppure servizio pieno per settembre e ottobre. Adesso, con gli ultimi tagli, non avremo neanche questo e le istituzioni rischiano una denuncia per il fatto di negare il diritto allo studio a questi ragazzi. La Regione ha stanziato dei fondi con urgenza, ma a Palermo andranno circa 700mila euro e solo per l’assistenza alla persona e non per lo studio, di cui la metà subito e la metà più avanti”.
“É una situazione davvero imbarazzante e preoccupante – dice Mimma Calabró della Cisl – imbarazzante perché ancora una volta assistiamo al venir meno di impegni già presi in favore dei lavoratori. Preoccupante, invece, lo è perché si dimostra insensibilità nei confronti delle fasce più deboli della società che meriterebbero il massimo dell’attenzione. Qui si tratta di garantire diritti inviolabili come quello allo studio”. Non è stato possibile ottenere una replica della Provincia.
Non vanno meglio le cose a Palazzo delle Aquile, che si occupa invece del diritto allo studio dei disabili nelle scuole elementari e medie del capoluogo, mentre le superiori sono di competenza provinciale. Il servizio viene garantito da un migliaio di psicologi, pedagogisti, logopedisti che lavorano circa 6 ore la settimana, ma il servizio è tutt’ora fermo per la mancanza del bilancio di previsione del Comune, con buona pace di un migliaio di bambini e bambine con disabilità.
“L’assistenza specialistica la facciamo partire sempre ad ottobre – dice l’assessore comunale alla Scuola Barbara Evola – rispetto alla Provincia abbiamo meno problemi. Aspettiamo il bilancio perché altrimenti non possiamo stipulare i contratti. Siamo però tranquilli, confidiamo nel consiglio. Quest’anno siamo passati da 800 assistiti a 1.015, ma i numeri potrebbero ancora salire”.
“Quest’anno per legge il bilancio – dice il consigliere comunale Giulio Cusumano – é possibile approvarlo il 30 settembre e conseguentemente ancora una volta il consiglio comunale non ha potuto procedere al prelievo del regolamento per gli assistenti agli alunni disabili. Il mio impegno é che già dal primo ottobre chiederò che come primo atto successivo al bilancio sarà la modifica del regolamento, così da potere procedere subito alla stipula dei contratti per gli 800 e più lavoratori per gli oltre mille alunni”.