Agrigento, gli chiudono il rubinetto| Botte a impiegato di Girgenti acque - Live Sicilia

Agrigento, gli chiudono il rubinetto| Botte a impiegato di Girgenti acque

Il proprietario di un immobile, che non pagava le bollette alla società e stava per ricevere il distacco del servizio, ha picchiato l'operaio che si è rifugiato in auto.

AGRIGENTO – Continua la settimana infausta per la società di distribuzione idrica dell’agrigentino Girgenti Acque. Dopo la morte di un pensionato di Lucca Sicula, colto da infarto mentre stava discutendo con dei tecnici dell’azienda per delle bollette non pagate, nella giornata di ieri un impiegato è stato pestato a Ravanusa dal proprietario di un immobile che non pagava le bollette alla società e per questo motivo stava per ricevere il distacco da parte del malcapitato operaio.

Mentre era intento nel suo lavoro, l’impiegato è stato avvicinato dall’uomo che lo ha percosso violentemente a mani nude, costringendolo alla fuga. In fretta l’operatore di Girgenti Acque si è rifugiato in auto, recandosi all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento dove ha ricevuto assistenza e medicazione per le ferite e i traumi riportati.

In settimana contro la società che gestisce l’emissione idrica in molte città dell’agrigentino si era alzata anche la voce della Cgil e di Federconsumatori che in una nota hanno affermato: “La società Girgenti Acque, nei suoi processi di distacco della rete idrica, non tiene in nessun conto i bisogni e le condizioni sociali ed economiche delle famiglie coinvolte. La stessa giurisprudenza ha giudicato vessatorio il distacco della fornitura senza preventiva disamina delle situazioni specifiche e tutela delle fasce deboli, la questione è da spostare sul piano dei “diritti fondamentali per la vita”.

Infatti – continua la nota – la necessità di un quantitativo minimo d’acqua comunque riconosciuto anche a chi non può pagarla è sostenuta anche dalla risoluzione dell’ONU per il diritto all’acqua. I sindacati hanno lanciato un appello affinché si intervenga con un urgenza per non cancellare quello che è un diritto fondamentale, cercando di far intervenire anche il prefetto di Agrigento Nicola Diomede.

 


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