PALERMO – “Nino Dina si dimetta immediatamente da presidente della commissione Bilancio. Lo diciamo a voce alta e lo ripeteremo fino allo sfinimento, come un mantra”. I parlamentari siciliani del Movimento cinque stelle tornano alla carica sulla questione morale. E lo fanno nel giorno in cui due deputati regionali, Nino Dina e Roberto Clemente, finiscono agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione elettorale.
“Sia chiaro, non siamo giustizialisti – spiega il capogruppo Salvatore Siragusa – e partiamo dalla presunzione di innocenza. Ma è arrivato il momento di dire basta: oggi si è superato il segno, il livello morale ha toccato il fondo. Il parlamento siciliano adesso deve lanciare un segnale forte – insiste -. Ecco perché, se Dina non dovesse lasciare spontaneamente la presidenza, chiederemo ai membri della commissione Bilancio dimettersi in massa, rendendo in tal modo necessario il rinnovo dell’organo. E ci rivolgiamo anche al presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone – continua Siragusa – perché possa prendere una posizione chiara e concreta su quanto accaduto in queste ore. Insomma, riteniamo che la questione morale non sia più rinviabile – conclude il capogruppo M5S – e per questo chiederò al presidente della commissione Affari Istituzionali, Antonello Cracolici, di calendarizzare al più presto il disegno di legge sul codice etico, da tempo dimenticato in un cassetto”.
“Spesso in Aula ho ribadito che la presidenza della commissione Bilancio non potesse essere affidata a Dina – è il pensiero di Giorgio Ciaccio, componente dei pentastellati in seconda commissione –, soprattutto perché condannato dalla Corte dei Conti per le assunzioni al 118. Auspico da parte sua un sussulto di moralità nei confronti di questa istituzione. Si dimetta subito, prima che intervenga la sospensiva del Consiglio dei ministri”. Stesso pensiero per il terzo deputato grillino presente in conferenza stampa, Giancarlo Cancelleri: “La Sicilia è in piena emergenza etica e non possiamo più far finta di niente. Proporremo ai partiti presenti all’Ars di sottoscrivere una carta etica, un patto per un parlamento pulito. Una prassi – spiega Cancelleri – che valga per ogni elezione. Tutti i candidati dovranno presentare una documentazione che certifichi, attraverso casellario giudiziario e certificato dei carichi pendenti, che la condotta giuridica ed etica è perfetta”.
E non è mancata, infine, una stoccata al presidente dell’Ars: “Il M5S è stanco di essere additato da Ardizzone come il partito che infanga l’onorabilità del Parlamento perché denuncia il malcostume – ancora Cancelleri -. Non è così che si rispetta l’Ars. L’onorabilità dell’istituzione non si difende con giacca e cravatta – conclude – ma rispettando le leggi”.