L'inchiesta sui beni confiscati | Ecco i successori di Virga - Live Sicilia

L’inchiesta sui beni confiscati | Ecco i successori di Virga

Il presidente della Sezione misure di prevenzione del Tribunale, Mario Fontana

Per sostituire l'amministratore giudiziario finito sotto inchiesta, il presidente della Sezione misure di prevenzione del Tribunale, Mario Fontana (nella foto), ha scelto il prefetto Isabella Giannola e l'avvocato Antonio Coppola.

PALERMO – Un prefetto con una parentesi nei servizi segreti e l’avvocato del capo dello Stato. Ecco i nomi per iniziare a spazzare via dubbi e sospetti sulla gestione dei beni sequestrarti alla mafia.

Per sostituire Walter Virga, amministratore giudiziario finito sotto inchiesta, il presidente della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, Mario Fontana, ha scelto il prefetto Isabella Giannola e l’avvocato Antonio Coppola. La prima gestirà il patrimonio da 800 milioni di euro sequestrato agli imprenditori Rappa; il secondo, la catena dei negozi di abbigliamento e accessori Bagagli.

Due grossi sequestri diventati l’emblema della presunta mala gestio dei beni strappati agli imprenditori considerati in odore di mafia e, ad un livello più alto, degli affari sporchi che sarebbero stati organizzati con il benestare dell’ex presidente della Sezione, Silvana Saguto. Fu lei a scegliere il giovane avvocato Virga – alla prima esperienza nel settore – figlio di Tommaso, ex componente del Csm e oggi presidente di una sezione del Tribunale di Palermo. Una scelta non casuale, secondo l’aggiunto di Caltanissetta, Lia Sava, e i sostituti Gabriele Paci e Maria Cristina Lucchini, ma frutto di un accordo illecito fra il magistrato e Virga padre che si sarebbe impegnato per stoppare gli esposti giunti al Csm sul conto della Saguto. Ipotesi da verificare. Non l’unica di un’indagine zeppa di carte e intercettazioni che, oltre a fare saltare il sistema delle nomine – poco trasparenti in alcuni casi e “pilotat” in altri – avrebbe fatto emergere reati gravissimi, compresa la corruzione.

In attesa che si sappia qualcosa in più dell’indagine portata avanti nel silenzio dai finanzieri del Nucleo di polizia Tributaria di Palermo e anticipando la scontata revoca del Tribunale, Walter Virga aveva rinunciato agli incarichi. E si era aperta la caccia ai sostituti con l’obiettivo, dichiarato dal neo presidente del Tribunale, Salvatore Di Vitale e da quello delle Misure di prevenzione, Mario Fontana, di garantire “trasparenza ed efficienza” dopo che si erano accesi i riflettori sulla gestione “allegra” della Nuova Sport Car, concessionaria di auto di lusso del gruppo Rappa. Servivano due nomi al di sopra di ogni sospetto. La quadratura del cerchio sarebbe stata trovata con Giannola e Coppola.

Nel curriculum di Isabella Giannola, nata ad Erice 61 anni fa, ci sono tanti incarichi di prestigio. Nel 2007 balzò agli onori della cronaca perché divenne la prima donna in un posto chiave dei servizi segreti. Fu nominata vicesegretario generale del Cesis. Buona parte della sua carriera l’ha svolta in Sicilia: dirigente della prefettura di Palermo, vice commissario dello Stato per la Regione Siciliana, prefetto di Caltanissetta e poi di Siena. Poi, vice capo di Gabinetto del ministero dell’Interno e componente del pool che affiancava Vasco Errani, commissario straordinario per la ricostruzione dopo il terremoto in Emilia. Un incarico per vigilare sulla trasparenza degli appalti.

Antonio Coppola, 63 anni, nella sua lunga carriera ha legato il suo nome ad alcune cause al fianco dei familiari di vittime della mafia. È stato lui ad assistere moglie e figli di Piersanti Mattarella, fratello del capo dello Stato. I parenti del presidente della Regione siciliana assassinato dalla mafia presentarono il conto a Totò Riina e Michele Greco. Fu sempre Coppola ad assistere Anna e Maria Falcone, sorelle del magistrato ucciso a Capaci, nella causa con cui chiesero e ottennero da Riina il risarcimento del danno provocato dal fallito attentato all’Addaura. In quest’ultima causa Coppola lavorò assieme all’avvocato Francesco Crescimanno che ora, per uno strano scherzo del destino, assiste Silvana Saguto nell’indagine della Procura di Caltanissetta.

Di recente, la famiglia Matatrella, ha scelto l’avvocato Coppola in una causa intentata contro la casa editrice Longanesi. Nel 2009 il capo dello Stato e i nipoti, figli di Piersanti, chiesero 250 mila euro di danni. Si ritengono diffamati da alcuni passaggi contenuti nel libro del giornalista Alfio Caruso, autore nel 2000 di una storia della mafia, “Da cosa nasce cosa”, libro giunto all’ottava edizione. In particolare, si fa riferimento alle “frequentazioni mafiose” del padre del capo dello Stato, Bernardo, già citate in altre pubblicazioni. L’avvocato Coppola ha parlato di “marchiano errore di persona” e di “numerose e gravi affermazioni prive di qualsiasi fondamento”. In un recente botta e risposta con “Il Fatto quotidiano” fu il legale a firmare una lettera inviata al giornale.

I due neo nominati, adesso, dovranno scegliere le squadre di fiducia con cui gestire i due grossi patrimoni. Da ieri, oltre alle direttive fissate dal presidente Fontana, dovranno tenere conto anche di quelle del governo che ha varato le nuove disposizioni in materia di calcolo e liquidazione dei compensi di chi è chiamato a gestire i beni sequestrati.


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