PALERMO- “Sono disperata, non puoi capire…non ce la posso fare più… devo trovare qualcos’altro…non è che voglio distruggerti l’esistenza anche se per il Calcestruzzo mi paghi una tranche da 8500 euro…io non ho più soldi”. E’ una delle telefonate che Silvana Saguto fa all’amministratore giudiziario Gaetano Cappellano Seminara, che secondo l’accusa della procura di Caltanissetta oltre a affidare al marito del magistrato incarichi per 750mila euro , avrebbe corrisposto allo stesso giudice la somma di 20mila euro in contanti, forse in risposta a quella che il Csm definisce “l’evidente richiesta di aiuto”. Sono diverse le telefonate agli atti dell’inchiesta e allegate all’ordinanza di sospensione del Csm dal quale emerge “lo stato di difficoltà economica” della famiglia del magistrato. In una dice al figlio: “dobbiamo parlare, perché la situazione nostra economica è arrivata al limite totale, non è possibile più… voi non potete farmi spendere 12,13,14 mila euro al mese noi non li abbiamo questi introiti perché siamo indebitati persi”.
Davanti al Csm Saguto ha detto di non aver mai preso un euro. E ha citato le proprie difficoltà economiche come “la migliore attestazione della sua onestà”. Ma i giudici disciplinari,leggendo le intercettazioni e mettendo insieme “dati di fatto e argomenti logici”, sono giunti a conclusioni diverse: ci sono “gravi indizi” che Saguto abbia effettivamente ricevuto quei 20mila euro. Per la Sezione disciplinare è inoltre “verosimile” che un altro amministratore, Carmelo Provenzano, “abbia corrisposto a sua volta somme di denaro”; si tratta del professore che, secondo l’accusa, ha scritto la tesi di laurea del figlio di Saguto e che “il giorno dopo aver ricevuto da lei assicurazione circa il suo sicuro inserimento nell’amministrazione dei beni sequestrati alla famiglia Virga, si vide rivolgere la richiesta di organizzare il rinfresco a Enna” per la festa di laurea del giovane. (ANSA)