Il caos del Pd siciliano | Le colpe di Raciti - Live Sicilia

Il caos del Pd siciliano | Le colpe di Raciti

I democratici non hanno mai smesso di litigare. E oggi non riescono nemmeno a scegliere un capogruppo, portando alla paralisi la Sicilia. Al segretario è mancato il coraggio di compiere il passo decisivo: togliere l'appoggio a Crocetta. E si è rifugiato nella vecchia politica.

Il compito non era facile, ci mancherebbe. Ma a guardare oggi il prodotto finale della sua strategia, qualche dubbio sull’efficacia della sua azione appare legittimo. Fausto Raciti aveva intrapreso una strada coraggiosa e di vera rottura. Sancita dalla fuoriuscita dal governo Crocetta dell’area del Pd che maggiormente si ritrova vicina alle sue idee. Ore caldissime che oggi sembrano lontane nel tempo. Quanto basta, però, per rinvenire la vera essenza di quella azione di rottura: la lotta contro il “cerchio magico” del governatore nascondeva la necessità di mettere nelle mani della “vecchia politica” (nel senso della politica che si muove con i vecchi schemi) l’attività amministrativa del governo. E’ mancato il coraggio, insomma, di definire “conclusa” (ci si è fermati al “quasi conclusa”) l’esperienza Crocetta. Un mezzo fallimento, anche per Fausto Raciti. Costretto, un minuto dopo l’annuncio del nuovo governo, a prendere le distanze dal governatore. Dopo aver portato avanti per giorni, anche in sostituzione di Crocetta, a Tunisi, le difficili operazioni di preparazione del rimpasto. Tanto lavoro per cosa? La vicenda riguardante l’addio di Lucia Borsellino si è risolta con la semplice investitura del capogruppo Gucciardi. Come se attorno non fosse successo nulla. Mentre il nuovo rimpasto è servito per sancire, sostanzialmente, l’alleanza con l’Ncd di Alfano e l’ingresso in giunta dei “soliti” Cracolici e Marziano. Manovre non sufficienti per consentire al Pd di stare sereno. E di poter, ad esempio, scegliere un capogruppo senza mettere mano ai coltelli. E senza, soprattutto, contagiare il restante mondo della politica, col tradizionale immobilismo del Pd, figlio dei veti incrociati. Insomma, Raciti o non Raciti, il partito democratico è sempre lì. A litigare.

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