PALERMO – Non solo tesserati del Pd, ma pure con autorevoli incarichi nel partito. Totò Cuffaro rilancia. L’ex governatore torna sulla polemica accesa nelle scorse settimane in merito alla presenza dei suoi uomini fra i dem. Lo fa rispondendo al senatore Miguel Gotor che per descrivere la situazione del partito ha usato parole come “trasformismo” e “gattopardo renziano”.
“Caro Gotor, mi passi il caro anche se non ci conosciamo per la simpatia che ho verso chi – come lei – pasticcia con la storia e la cronaca al fine di poter fare affermazioni che consentono di portare a casa la pagnotta – scrive Cuffaro in una nota -. La mia storia politica e ahimè quella giudiziaria sono note ai più, così come è noto il mio status di detenuto fino a qualche settimana fa. Porto in giro un libro, da me scritto, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione dei detenuti nelle carceri italiane, e il 30 maggio, invece, andrò in Burundi per dedicarmi al volontariato medico in un ospedale che, da presidente della Regione Siciliana, ho contribuito a realizzare”.
“Non c’è la politica nel mio nuovo orizzonte – prosegue – ma non ho perso la parola. In questi cinque anni di forzata assenza, i miei amici, che ancora hanno ruoli politici, hanno fatto scelte diverse tra loro: io voglio loro bene per ciò che sono stati e sono per me, non per le scelte che hanno fatto. Capisco, non faccio il tonto, che lei attribuisca un valore negativo nell’assimilare il mio nome ad una formazione politica che le dà fastidio, ma sbaglia. Per il futuro eviti, non perché le minacci querela, ma perché potrebbe trovarsi in imbarazzo ad ammettere che molti miei amici hanno la sua stessa tessera di partito ed hanno autorevoli incarichi dai tempi di Bersani. Giusto per la storia, disciplina che richiama i fatti, come lei sa”.