PALERMO – La Cna di Palermo torna alla carica sul Fondo per il commercio. E lo fa ancora una volta per bocca della consulente al credito della confederazione Patrizia Cristofalo, che si dice “preoccupata” per il silenzio da tempo calato sull’argomento. L’accordo di gestione del Fondo tra l’assessorato alle Attività produttive e l’Irfis (l’Istituto regionale per il finanziamento alle industrie) è scaduto nel giugno del 2015. Da ormai otto mesi, dunque, le piccole e medie imprese non possono contare sui circa 84 milioni di euro destinati agli investimenti in Sicilia.
”Le ultime notizie dall’assessorato prevedevano che entro fine febbraio la gestione del Fondo dovesse essere data in affidamento – ricorda Cristofalo -. Ma non ci risulta che qualcosa sia cambiato. Gli imprenditori, ad oggi, continuano a vedersi negata la possibilità di attingere a questi finanziamenti. I soldi ci sono ma non possono essere utilizzati”. E non mancano le stoccate anche sulle scelte dell’assessore regionale alle Attività produttive, Mariella Lo Bello per la decisione, annunciata nelle scorse settimane di affidare la fase istruttoria del Fondo a Sviluppo Italia Sicilia. “Il timore è che possano non esserci le professionalità necessarie allo scopo, soprattutto in termini di tempestività delle risposte alle imprese che chiedono accesso al credito. Occorrono tempi celeri – sottolinea -, al passo con con le dinamiche imprenditoriali. Tempi di attesa troppo lunghi finirebbero per vanificare l’utilità del Fondo stesso”.
Cristofalo nelle scorse settimane aveva lanciato un appello alle associazioni di categoria per portare avanti una battaglia comune. “Causa sposata, per il momento, soltanto da Casartigiani. Per il resto, continuiamo a essere soli”, spiega la consulente di Cna. Un appello che si trasforma in un vero e proprio ”rimprovero alle associazioni di categoria, il cui ruolo dovrebbe essere proprio quello di tutelare le imprese. La nostra idea è quella di costituire una sorta di tavola rotonda con Confindustria, Confesercenti e Confcommercio”, continua Cristofaro. Critiche sull’associazione presieduta da Piero Agen. “Stupisce il fatto che Confcommercio non stia facendo nulla per questa causa”, è il pensiero della consulente di Cna.
“Una cosa non vera – è la replica del direttore di Confcommercio Sicilia, Salvatore Scalisi -. Da tempo abbiamo avviato una interlocuzione costante con l’assessore Lo Bello. Alla quale abbiamo detto chiaramente che le soluzioni prospettate per sbloccare il Fondo possono anche andar bene. A una condizione – sottolinea però Scalisi -: occorre che i tempi siano celeri e certi. Non si può tirare troppo l’elastico. Altrimenti a pagarne le conseguenze saranno le aziende”.
L’importanza del Fondo la si intuisce dalla storia di un imprenditore palermitano: Marco Cosenza è l’amministratore di una società che gestisce 25 punti vendita d’abbigliamento in Sicilia, per un totale di 80 dipendenti. “Una multinazionale canadese mi ha proposto l’apertura di 13 nuovi punti nel sud Italia, di cui due in Sicilia. Una idea imprenditoriale che potrebbe portare alla creazione di 65 nuovi posti di lavoro – racconta -. Il fatto che il fondo per il commercio non sia operativo rende tutto molto più complicato. In alternativa, infatti, l’unica via percorribile è chiedere aiuto alle banche – spiega -. E l’accesso al credito, in un sistema bancario come quello attuale, sempre più rigido, non è semplice come sembra. Anche per una azienda sana come la nostra”.
‘‘Stiamo lavorando – spiega la Lo Bello -. E spero che entro dieci giorni tutto possa essere pronto. La gestione si articolerà in due momenti – conferma l’assessore -. Da un lato Sviluppo Italia Sicilia si occuperà della fase delle istruttorie. La gestione vera e propria, invece, sarà affidata ai nostri uffici”.