PALERMO – Crocetta ha fatto la mossa. Non è la prima. E non sarà l’ultima. Il suo governo muove i tarocchi di Sicilia col piglio dell’esperto nel gioco “delle tre carte”. L’ultima trovata è stata pochi giorni fa approvata dalla sua giunta. E avrebbe l’obiettivo meritorio di mettere fine a una emergenza (l’ennesima emergenza) i cui possibili effetti erano rimbalzata anche sui giornali nazionali: l’imminente chiusura delle riserve naturali siciliane per assenza di fondi previsti in bilancio.
In un primo momento il presidente l’aveva risolta a modo suo: “Mandiamo lì i Forestali e i precari”, aveva tagliato corto. Una proposta raccolta persino con un sorriso da qualche esponente della sua giunta. Da lì, la ricerca di una soluzione, fino all’accordo annunciato dal governo: “Abbiamo trovato una somma di poco inferiore al milione di euro: consentirà il finanziamento delle attività fino alla fine di giugno”. In quelle ore era anche trapelato, come raccontato da Livesicilia, il meccanismo scelto dal governo: lo strumento utilizzato – scrivevamo più di un mese fa – è quello di una variazione a uno degli “allegati” della Finanziaria, le cui somme sono “congelate” in attesa dell’accordo con Roma. Le somme scongelate, era emerso già ad aprile, verranno compensate dal congelamento di altre somme relative ad altri capitoli di bilancio.
Non era chiaro, però, quali somme sarebbero state utilizzate per “salvare” le riserve naturali. E la risposta è in un disegno di legge al quale la giunta ha dato il via libera pochi giorni fa. Un testo che porta la generica denominazione di “Disposizioni finanziarie varie”.
I soldi per le riserve saranno quindi tolti agli studenti universitari. Agli Enti per il diritto allo studio, per la precisione, che vedono bloccati i propri contributi per altri 912 mila euro. Soldi che serviranno, appunto, per le riserve. Un intervento “necessario” secondo il governo, “in quanto le somme attualmente disponibili per le spese di gestione delle riserve naturali – si legge nella relazione tecnica – ammontano a 859 migliaia di euro e non consentono il mantenimento del rapporto convenzionale con gli attuali soggetti gestori e conseguentemente il mantenimento del rapporto di lavoro dei soggetti utilizzati dagli stessi”.
Così, i soldi andavano trovati altrove. Tagliare gli sprechi? Spese di viaggio o di rappresentenza? Intervenire sui rivoli di sperpero dell’enorme macchina regionale? O sulle spese di consulenti e uffici di gabinetto? Macché. Il governo ha deciso di togliere, per il momento, i soldi agli studenti. Con una precisazione: questo taglio “non incide sulle spese del personale, al momento sostenute interamente a carico della Regione”. Gli stipendi dei dipendenti dell’Ersu, sarebbero al sicuro. All’ente invece quasi certamente toccherà tagliare altrove. Cioè su le altre attività esistenti: borse studio, contributi per gli alloggi, aiuti agli studenti delle università siciliane. Il classico gioco delle tre carte. Di un governatore che fa finta di governare.
La nota
“La Regione siciliana non ha alcuna intenzione di ridurre i contributi per il diritto allo studio. L’emendamento presentato è meramente tecnico, nelle more della definizione dell’imminente accordo con lo Stato, che sbloccherà 550 milioni di euro”. Lo dice in una nota il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. “Nei prossimi giorni – continua il presidente – incontreremo il governo nazionale per discutere dell’accordo complessivo sulle entrate, che consentirà di sbloccare la spesa dei capitoli bloccati nella finanziaria. In ogni caso, la giunta regionale ha dato mandato al Ragioniere generale di verificare la possibilità di prelievi da alti capitoli per il finanziamento dei parchi”. “Se non sarà possibile, la questione dei parchi verrà affrontata nella prossima variazione di bilancio, dopo la definizione dell’accordo con Roma. Ma voglio ribadire – conclude Crocetta – che non ci sarà alcun taglio per gli Ersu”.
La redazione
Prendiamo atto della precisazione del presidente Crocetta. Ma confermiamo il contenuto dell’articolo che rispecchia, tra l’altro, una delibera della stessa giunta Crocetta. I fondi per le riserve sono stati reperiti dall’ulteriore blocco di quelli destinati agli Ersu. Una scelta legittima, certamente, ma discrezionale. Il governo, insomma, avrebbe potuto reperire quei fondi tra decine di capitoli di bilancio, ma ha scelto quello.