ROMA – E’ Mantova la provincia italiana dove si vive meglio, seguita da Trento e Belluno. Crotone è la peggiore (ultima su 110, penultima Siracusa) e in generale nel Sud e nelle isole il livello medio di qualità della vita resta insufficiente e non migliora (ma ci sono segnali in controtendenza in molte province della Sardegna, a cominciare da Olbia, Ogliastra e Nuoro). Sono queste regioni a risentire maggiormente della crisi, che fa soffrire anche il Nordovest, mentre reggono meglio Nord-est e Centro. Ma perdono colpi – a vantaggio delle province medio-piccole – anche tutte le grandi aree urbane, compresa Milano, e con la sola eccezione di Torino. Tra di loro la performance più negativa è di Roma, che per la prima volta finisce, accanto alle province del Mezzogiorno, sotto la sufficienza.
E’ il quadro che emerge dalla classifica annuale sulla qualità della vita di ItaliaOggi e dell’Università La Sapienza, che sarà pubblicata domani dal quotidiano economico e che prende in considerazione una serie di indicatori: affari e lavoro, ambiente, criminalità,disagio sociale e personale, popolazione,servizi finanziarie scolastici, sistema salute, tempo libero e tenore di vita. Se c’è un timido miglioramento rispetto all’anno scorso (le province che possono vantare livelli buoni o accettabili sono passate da 53 a 56), il 53,9% degli italiani (pari a 32 milioni 732 mila residenti) vive in province (54) in cui la qualità delle vita è scarsa o insufficiente. Di queste 6 sono nel nord ovest, 2 nel nord est, 7 in Italia centrale e 39 su 41 in Italia meridionale e insulare. La migliore è dunque Mantova, che spezza la lunga serie positiva di Trento (ora seconda) al primo posto senza interruzioni dal 2011. E’ nel gruppo di testa in sei dimensioni su nove (affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale,servizi finanziari e scolastici e tenore di vita). Altro nuovo ingresso sui gradini più alti del podio è Belluno, terza, in salita dall’ottava posizione. Scivolano Pordenone (da terza a quarta ) e Bolzano (da seconda a ottava). Siena, Parma, Udine, Bolzano, Vicenza e Lecco completano la top ten, mentre tra le prime venti (18/o posto) si conferma Ascoli Piceno, unica con Siena delle località del Centro. L’ultimo posto è di Crotone, sebbene, rispetto alle altre province meridionali, presenti elementi di discontinuità. Qui, infatti, il tenore di vita è accettabile. E la provincia è addirittura ricompresa nel gruppo delle più virtuose nelle dimensioni criminalità e popolazione. Responsabili, quindi, della maglia nera sono affari e lavoro, ambiente, disagio sociale e personale, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero. La precede Siracusa (era al 104 posto). A deludere sono anche le grandi aree urbane, che arretrano tutte, rispetto allo scorso anno, ad eccezione di Torino (che sale di 6 posti). Ma se Milano (56/o posto) e Napoli (108) perdono rispettivamente 7 e 5 posizioni (il capoluogo campano è terz’ultimo nella classifica finale, preceduto da Agrigento, Trapani, Caltanissetta e Palermo), Roma ne perde ben 19 (31 in confronto al 2014), portandosi all’88/o posto. In particolare la capitale è al 106/o posto tra le città sicure (era al 102 nel 2015); scende al 58/o posto (dal 42 del 2015), per quanto riguarda i parametri di disagio sociale e di sette posti per i servizi scolastici; e passa dall’ottavo al decimo posto nella classifica del sistema salute e dal 94(del 2015) al 103 del 2016 per il tenore di vita. L’ambiente rappresenta uno dei principali elementi di criticità nelle grandi aree urbane, così come la criminalità. Mentre sul versante del disagio sociale c’è un relativo miglioramento, esclusa Roma: Torino scala 15 posizioni, Milano 5 posizioni, Napoli ben 20. Per quanto riguarda i servizi finanziari e scolastici, la tendenza è ad un lieve peggioramento, che coinvolge tutte le aree urbane ad eccezione, ancora una volta, della provincia partenopea. Ma è nella dimensione del tenore di vita che, ad eccezione di Torino, si registrano gli andamenti più preoccupanti, determinati dal peso attribuito agli indicatori associati negativamente con la qualità della vita (prezzo al mq per appartamento nuovo in zona semicentrale e incremento percentuale annuo dei prezzi al consumo).