PALERMO – L’assessorato adesso ha 45 giorni di tempo per rifare i conti. Questo il senso di una ordinanza del Tar che rischia di complicare ancora un po’ la strada che porta all’avvio dei corsi dell’Avviso 8. Il mega-bando della Formazione professionale che dovrebbe consentire la ripartenza delle lezioni dopo due anni di stop forzato a causa di una sfilza di dubbi, ricorsi e marce indietro.
Il Tribunale amministrativo di Palermo ha quindi parzialmente accolto il ricorso dell’ente Cipac, giunto non troppo distante dalle posizioni utili per accedere ai finanziamenti complessivi da 136 milioni di euro. L’associazione ha contestato la graduatoria definitiva dei progetti. E in particolare, la mancata o errata attribuzione di un punteggio in alcune delle categorie previste dal bando. “Potrebbero essere fondate – si legge nell’ordinanza – le censure riferite alla mancata adeguata esplicitazione delle ragioni dell’omessa attribuzione del punteggio previsto relativamente al criterio B 6 (presenza di dispositivi di monitoraggio per la verifica dell’inserimento nel mercato del lavoro alla conclusione del percorso formativo intrapreso) per entrambi i progetti e della mancata attribuzione del punteggio massimo previsto per il criterio A.3 (Grado di copertura degli stage) relativamente al progetto denominato “Cipac Informatica 2016”.
E i giudici amministrativi hanno così chiuso il provvedimento: “Alle esigenze prospettate dalla ricorrente – si legge – può essere data adeguata tutela imponendo all’amministrazione il riesame del punteggio attribuito alla luce delle censure sopra sinteticamente riprodotte entro 45 giorni dalla notificazione o comunicazione della presente ordinanza”. Bisogna rifare i conti, insomma.
Ma oltre alle prime nubi sulla graduatoria, ecco l’ultima “puntata” della guerra sommersa (neanche tanto) tra enti vecchi e nuovi, che va avanti praticamente dalla nascita del primo bando, chiamato “Avviso 1”, prima di essere sostituito con l’”Avviso 3”, ritirato anche questo e riscritto come “Avviso 8”. Un accordo tra l’assessorato, i sindacati Cgil, Cisl e Uil, e i rappresentanti degli enti Forma e Cenfop Sicilia, ha previsto, di fatto, la salvaguardia del personale rimasto senza lavoro dopo il definanziamento di molti di questi grossi enti (tra questi, ad esempio, l’Anfe per cui è stata anche avviata la revoca dell’accreditamento) negli enti più giovani che però non ci stanno: “Questo non è che l’ennesimo tentativo di una parte, datoriale e sindacale, – fanno sapere le associazioni Asef, Anfop e Assofor – che ha licenziato dipendenti o si accinge a farlo, di farli assumere ad altri enti di cui non ha la rappresentanza. Ci rammarica il fatto che i sindacati – proseguono – abbiano inteso confrontarsi solo con i datoriali che hanno sottoscritto il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, scaduto ormai dal 2013, ovvero coloro i quali perdendo commessa, non avrebbero avuto alcuna difficoltà a siglare una intesa per ricollocare i propri dipendenti presso altri enti, ma dei quali non possono vantarne la rappresentanza”.
Per farla breve, queste associazioni rivendicano il diritto di assumere gente che non per forza provenga da quegli enti. E in effetti, sono già partiti da giorni i bandi per il reclutamento di nuovo personale, nonostante già più della metà della platea dei lavoratori iscritti all’albo siano senza un lavoro. E così ecco le nuove polemiche, “in un momento già teso – scrivono le associazioni – per i contenziosi aperti sull’Avviso 8, introducendo o appesantendo procedure non scritte nei bandi, che produrrebbero solo confusione o, peggio, altri ricorsi. Lo chiariamo con determinazione: è volontà degli enti rappresentati – proseguono – dare la massima trasparenza nella pubblicazione dei bandi ad evidenza pubblica anche sul sito del dipartimento come degli esiti delle selezioni, e, soprattutto, assorbire quanto più è possibile il personale iscritto all’albo. Come anche addivenire ad un accordo equilibrato e praticabile”.
Il riferimento ai contenziosi riguarda la pioggia di ricorsi già piovuta sul bando. Una quarantina, oltre agli esposti presentati dai deputati nazionali e regionali Francesco Campanella e Antonio Venturino. La prima udienza di fronte al Tar, molto delicata, è prevista per il prossimo 6 aprile. Una data che potrebbe rappresentare un nuovo spartiacque sul tragitto, sempre accidentato, della Formazione professionale siciliana.