PALERMO – Entro giugno la nuova società doveva già essere operativa. Ma l’Assemblea regionale ha alzato “paletta rossa”. E così, si è fermato lungo il cammino, il progetto che avrebbe dovuto condurre alla fusione tra il Consorzio autostrade siciliane e l’Anas. Una idea che l’assessore regionale alle Infrastrutture Giovanni Pistorio ha provato a difendere a denti stretti, in occasione di una recente audizione in commissione bilancio.
Ma non è stato sufficiente. E oggi Crocetta parla di “danno irreparabile” a causa dello stop a un progetto che avrebbe dovuto condurre in un primo momento alla creazione di una società pubblica e composta appunto da Anas e Regione (anche attraverso la presenza di una società interamente controllata). La nuova spa, poi, doveva passare nelle mani di Anas che sarebbe entrata in possesso della maggioranza delle quote (il 51 per cento) e alla quale sarebbe stata attribuita la guida industriale. Alla Regione invece sarebbe rimasto l’indirizzo strategico degli investimenti, e il compito di riunificare la gestione delle concessioni per le tratte A20 Messina-Palermo, A18 Messina-Catania, A18 Siracusa – Gela, A19 Palermo – Catania, A29 Palermo – Mazara del Vallo, A29 dir Alcamo – Trapani, SS 339 Catania – Siracusa, RA 15 Tangenziale di Catania nonché di rilanciare gli investimenti sulla rete autostradale siciliana disponendo di capacità di finanziamento autonoma. Ma l’accordo prevedeva anche la possibilità di applicare i pedaggi in alcune tratte attualmente gratuite. E i deputati hanno gettato quel progetto nel cestino.