PALERMO – L’Avviso 8 resta in piedi. Ma la graduatoria definitiva degli enti andrà praticamente riscritta. Così come alcuni parametri del bando che il Tar di Palermo ha giudicato palesemente illogici. I giudici amministrativi, accogliendo il ricorso di alcuni enti di formazione, hanno dato all’assessorato alla Formazione 15 giorni a partire dalla notifica a tutti gli enti interessati, per riformulare quei passaggi. Parametri fondamentali perché danno diritto complessivamente a 24 punti. Calcolati in modo sbagliato secondo il Tar. E così la sorte degli ammessi e degli esclusi rischia di cambiare nei prossimi mesi.
Di sicuro c’è che l’Avviso subisce un altro stop, un altro rallentamento. E c’è già una camera di consiglio fissata per il 4 luglio. Tutto lascia pensare che fino ad allora difficilmente i corsi potranno partire.
Il Tar Sicilia, come detto, ha accolto diversi ricorsi di enti difesi da un lato dagli avvocati Girolamo Rubino, Calogero Marino e Lucia Alfieri, dall’altro dai legali Gaetano Armao e Adele Saito.
Gli enti di formazione hanno lamentato gravi illegittimità che hanno connotato la stessa redazione dell’Avviso, nonché il successivo espletamento della procedura valutativa e l’approvazione della graduatoria finale degli enti ammessi al finanziamento da parte del dirigente generale dell’assessorato.
In particolare, le ricorrenti hanno contestato che l’Avviso contiene non poche previsioni che derogano ai criteri di selezione delle operazioni cofinanziate dal Fondo Sociale Europeo della Regione siciliana previsti dal PO FSE Sicilia 2014-2020 approvato dal Comitato di Sorveglianza, che ha competenza esclusiva in ordine all’approvazione degli stessi.
Il Tar, ritenuta fondata la censura relativa ad alcuni dei criteri censurati e considerato che gli stessi si pongono in contrasto con quanto richiesto dal Comitato di sorveglianza circa l’esigenza di valutare nei partecipanti “l’affidabilità dimostrata nella gestione di progetti cofinanziati dal FSE”, ha invitato l’Amministrazione a riconsiderare le modalità di attribuzione dei relativi punteggi individuando un più ragionevole criterio valutativo e richiedendo poi l’integrazione del contraddittorio con tutti gli enti di formazione ammessi e fissando al 4 luglio 2017 l’udienza per la prosecuzione.
Due in particolare i passaggi censurati. Quello che riguarda il rapporto tra corsi conclusi e corsi finanziati: il bando così come era scritto finiva per premiare con lo stesso punteggio enti che avevano svolto un solo corso ed enti che ne avevano svolti numerosi. E ancora, il punteggio relativo alla dispersione degli allievi non teneva conto del fatto che è naturale che il tasso sia maggiore per enti, come quelli “storici” che negli anni passati hanno svolto più corsi con un numero maggiore di allievi e quindi più probabilità che questi abbandonassero le lezioni strada facendo. Così, il bando resta in piedi ma zoppo. Va in parte riscritto. Così come la graduatoria che ovviamente adesso è poco più che carta straccia. Tutto torna in discussione con le nuove valutazioni da compiere. E il riavvio dei corsi fermi ormai da oltre due anni e il ritorno a lavoro per quasi quattromila operatori si allontana ancora un po’ .