Comuni, revocati i decreti | Non decadono sindaci e giunte - Live Sicilia

Comuni, revocati i decreti | Non decadono sindaci e giunte

Marcia indietro, dopo la norma approvata dall’Ars. I commissari inviati a Borgetto.

IL PROVVEDIMENTO
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PALERMO – Dopo la legge approvata dall’Ars a margine della discussione della Finanziaria regionale, la Regione ha revocato i decreti con i quali era stata disposta la decadenza di sindaci e assessori comunali di alcuni Comuni siciliani, a causa della mancata approvazione dei bilanci in tempo utile.

Restano al loro posto, quindi, per il momento i primi cittadini e le giunte* e le assemblee cittadine dei Comuni di San Piero Patti, Monforte San Giorgio e Valdina in provincia di Messina, di Castiglione di Sicilia (provincia di Catania), di Calatafimi-Segesta (provincia di Trapani), di Monterosso Almo (provincia di Ragusa) e Casteldaccia alle porte di Palermo.

Erano, questi, i primi provvedimenti di scioglimento inviati ai Comuni siciliani, dopo l’approvazione di una “interpretazione autentica” sulla norma relativa alla decadenza che aveva fatto molto discutere. E che portò i sindaci anche a Palazzo dei Normanni, per una clamorosa protesta. Da lì, l’inizio del dialogo con l’Assemblea regionale e l’approvazione di una norma che, di fatto, ha abolito la precedente norma.

Per storie assai diverse è invece stato sciolto il Comune di Borgetto, nel Palermitano: infiltrazioni mafiose. Per questo motivo, il piccolo centro a pochi chilometri dal capoluogo sarà retto per 18 mesi da una commissione straordinaria composta da tre donne. Due, Giuseppina Di Dio Datola e Rosaria Mancuso, sono vice prefetti. La terza, Silvana Fascianella, è funzionario economico finanziario della Prefettura di Palermo. Il Comune era stato sciolto il 3 maggio scorso dopo l’avvio di un’inchiesta nella quale, per altre vicende, è coinvolto Pino Maniaci, direttore di Telejato. Maniaci è accusato di avere estorto denaro o altri benefici agli amministratori di Borgetto e Partinico per ammorbidire la linea antimafia della sua emittente. Il giornalista ha sempre negato e ha spiegato di avere, invece, ricevuto soldi per commesse pubblicitarie. Il Comune di Borgetto era stato già sciolto con una procedura ordinaria a causa delle dimissioni presentate dalla quasi totalità dei consiglieri.

* avevamo erroneamente affermato che la revoca della decadenza riguardasse anche i consigli. Riceviamo la precisazione del dipartimento delle Autonomie locali e precisiamo che questa riguarda solo sindaci assessori. Ci scusiamo per l’inesattezza con i lettori e i diretti interessati.


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