CATANIA – “Il rischio concreto è continuare a perdere milioni euro di investimenti sulla rete idrica”. Così il sindaco di Belpasso Carlo Caputo interviene sull’avvio del gestore unico per la distribuzione dell’acqua. Il gestore unico è un tema che divide i sindaci della provincia. Con il primo cittadino di Biancavilla Antonio Bonanno che la vede in maniera differente.
La posizione di Caputo
“Non è una questione partitica – almeno per me – ci sono in gioco milioni di euro in investimenti sulla rete idrica che rischiano di svanire – afferma il sindaco di Belpasso-. Occorre votare la convenzione e fare partire il Gestore Unico dell’acqua così come già avviene in tutta la nazione”.
Una situazione “di stallo”
L’avvio del gestore unico, per la distribuzione della risorsa idrica per 58 comuni della provincia di Catania, sta attraversando una fase di stallo. Uno stallo creatosi intorno alla firma sulla convenzione che l’Assemblea territoriale idrica (Ati) dovrebbe stipulare con Servizi Idrici Etnei Spa (Sie), la società pubblico-privata a cui spetterà l’affidamento del servizio sull’intera provincia, mettendo fine alla attuale gestione frastagliata.
“Di qualche giorno fa la notizia che gli invasi siciliani sono a secco – prosegue il sindaco -, manca il 30% di acqua in estate e si rischia davvero la turnazione per i nostri cittadini. In questo contesto sprecare risorse finanziarie, utilizzabili solo con l’avvio del Gestore Unico dell’acqua, è una follia”.
La società mista
“In provincia di Catania, a differenza di molti altri territori, nei primi anni del 2000 venne fatta la lungimirante scelta di affidare la gestione delle acque del catanese a una società mista, con maggioranza in mano a socio pubblico, e socio privato di minoranza scelto attraverso gara.”
“La gara a evidenza pubblica, per la scelta del socio privato, venne effettuata nel 2005 ma tutto rimase fermo per anni, a seguito di ricorsi. Adesso una sentenza di ottemperanza ci obbliga a fare partire il servizio con questa società mista – Gestore Unico – affidando ai sindaci la possibilità di integrare la convenzione originaria del 2005, aggiornandola alle disposizioni di legge intervenute in questo arco temporale e valutando l’innovazione tecnologica realizzata in questi anni”.
La posizione di Belpasso
“Gli emendamenti proposti da alcuni colleghi sindaci, a mio modo di capire, appaiono non come semplici aggiornamenti ma come uno stravolgimento dell’offerta di gara del 2005. In questi mesi il consiglio direttivo dell’ATI – che rappresenta l’assemblea dei sindaci – aveva già concordato una convenzione con i soci. Temo che ulteriori modifiche possano compromettere l’accordo e far “saltare il banco”. L’obbligo fornitoci dalla sentenza di ottemperanza ci dà mandato di aggiornare una convenzione non di stravolgere tutto come se dovessimo realizzare una nuova gara. La convenzione – per diritto – impone un accordo non un’imposizione, e questo deve essere chiaro a tutti”.
“Personalmente non ho nessun interesse a sostituire un socio privato, scelto attraverso gara pubblica. Sono sicuro che anche i miei colleghi sono dello stesso avviso ma è arrivato il momento di fare un passo avanti. Siamo stati mesi a discutere, senza trovare un nuovo testo che mettesse tutti i sindaci d’accordo. Un ulteriore tentativo di dialogo è positivo ma dobbiamo stabilire il termine ultimo di questa concertazione, altrimenti bruceremo milioni di euro di finanziamenti”, conclude il sindaco Caputo.
Da Biancavilla: basta allarmismo
“Non è con l’allarmismo e con le bugie che si rende efficiente e favorevole ai cittadini il servizio idrico integrato. A meno che, vien da pensare, non si tratti di una tattica adottata per coprire l’essere a favore di chi vorrebbe concedere ai privati parte della gestione del servizio idrico”. Recita così una nota dell’amministrazione di Biancavilla.
“Non è che il Pd e la Cgil, che sull’argomento nei giorni scorsi hanno preso posizioni ambigue, in fondo ambiscono nei fatti che si realizzi ciò che dicono di combattere con le parole? È certo che mentre loro urlano ‘al lupo al lupo’, diversi sindaci, in prima fila quello di Biancavilla – Antonio Bonanno – cercano con prese di posizione concrete di modificare la convenzione per renderla più favorevole alla parte pubblica e, quindi, a favore dei cittadini”.
Il commissariamento “impedito”
“Proprio questi sindaci (assieme al sindaco di Biancavilla quelli di Catania, Misterbianco, Acireale, Bronte, Gravina e Tremestieri Etneo e molti altri) hanno finora impedito l’insediamento del Commissario ad acta, già nominato dall’assessore regionale alle Infrastrutture, il cui mandato esclusivo è quello di ratificare una convenzione. Convenzione, appunto, non gradita e oggetto di emendamenti già presentati a tutela dell’interesse pubblico”.
L’appello
“Si chiede ai sindaci del Pd di appoggiare concretamente, partecipando e contribuendo con le loro proposte, la battaglia dei sindaci che davvero desiderano che l’acqua non diventi un bene privato, ma resti un bene in mano del pubblico e quindi una risorsa dei cittadini, efficientemente ed efficacemente gestito. Parole al vento e mistificatorie non possono mutare la realtà dei fatti documentata dalle cronache giornalistiche che danno conto non solo della presa di posizione del sindaco di Biancavilla e di altri suoi omologhi ma anche dell’atteggiamento ambiguo del Pd”.