Tangenti per 'chiudere un occhio' | Tre poliziotti patteggiano la pena - Live Sicilia

Tangenti per ‘chiudere un occhio’ | Tre poliziotti patteggiano la pena

Il Palazzo di giustizia di Palermo

L'inchiesta resta aperta. Possibili nuovi casi da scoprire.

PALERMO – Tre poliziotti hanno patteggiato, ma il fascicolo non è chiuso. Gli assistenti capo della Polstrada Giuseppe Sparacino e Francesco Paolo Minà hanno concordato una pena di due anni ciascuno di carcere. Sei mesi in meno per il collega Nicolino Di Biagio.

Sono stati i poliziotti della Squadra mobile ad arrestarli – ora sono tutti liberi – lo scorso ottobre per corruzione, concussione e falso. L’inchiesta è partita dalle denunce di due imprenditori: in cambio di sette mila euro gli indagati avrebbero chiuso un occhio su una serie di infrazioni in realtà contestate in maniera pretestuosa. La sanzione minacciata era di quelle che potevano mettere in ginocchio qualsiasi piccolo autotrasportatore: sequestro del mezzo e 25 mila euro di multa.

Subito dopo avere ricevuto l’avviso di proroga delle indagine è iniziato un giro di telefonate, tutte registrate. Ed è emerso che gli agenti avrebbero incassato una parte delle tangenti, seicento euro, in un bar nella zona di corso Calatafimi. Così diceva Sparacino: “…questo è… l’unico episodio in mezzo alla strada, gli dovevamo fare a quello il 46, facemmo il 34, 180, 180… facemmo un po’ di verbali, anziché farci il 46… quello prese e ci ha dato 600 euro”.

Era solo un acconto: “… piglia e Nicola mi fa a me… dice, ora gli dico che mi da altri 600 euro, ora la prossima settimana lo chiamo… secondo me fu lui lì che forzò… lui là forzò e si è rotto il coperchio… hai capito?… compà… oh… vedi che, non fare questi discorsi mai nella macchina, a casa… perché vedi che io…”. Avevano capito di essere finiti sotto intercettazione. Pensavano di fare sparire le prove: “… io il verbale non lo faccio trovare, chiaro? – diceva Minà -. Devo levare le prove, il verbale non lo faccio trovare”.

Le indagini coordinate dal pubblico ministero Pierangelo Padova, però, proseguono per capire quanto diffuso fosse il meccanismo delle tangenti per “scontare” verbali per infrazioni inventate con il solo obiettivo di costringere gli autotrasportatori a pagare. Una serie di omissis coprono episodi ancora da chiarire.

 


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