PALERMO – Le lunghe giornate del bilancio continuano a sala delle Lapidi. Si è conclusa stanotte la sessione dedicata alle relazioni dei presidenti delle sei partecipate del Comune. Lunedì sono stati ascoltati i vertici di Amat, Amap e Amg, ieri è stata la volta della Rap, della Reset e della Sispi. Botta e risposta fra consiglieri, presidenti e i tre assessori maggiormente coinvolti: Antonio Gentile al Bilancio, Iolanda Riolo alle Partecipate e il vicesindaco Sergio Marino.
Rap. La relazione più attesa, quella dei vertici della Rap, è stata anche la più breve: giusto il tempo per consentire al professor Sergio Vizzini in rappresentanza del collegio sindacale, organo che ha temporaneamente sostituito il decaduto consiglio di amministrazione, di dire che non ci sarebbe stato nessun resoconto: “Siamo qui solo per dovere istituzionale – ha detto – non possiamo essere noi a dare le delucidazioni necessarie”. E’ stato il vicesindaco, in quanto assessore alla Vivibilità ed ex presidente della grossa partecipata a cercare di rispondere a tutte le questioni poste sul tavolo dai consiglieri comunali. Come quelle di Antonino Randazzo del Movimento 5 stelle, da sempre attentissimo a questa tematica: “Cosa ha intenzione di fare Rap in vista dell’esaurimento della sesta vasca di Bellolampo? – ha chiesto – qual è lo stato di avanzamento del progetto per la creazione della settima? La città rischia di restare, almeno un lungo anno senza discarica cittadina, con aggravio di costi di almeno 20 milioni di euro per il 2018”. E ancora, il consigliere ha pungolato gli uffici per avere risposte sul piano spazzamento e la costituzione di nuove isole ecologiche. Il consigliere Mimmo Russo ha sollecitato la diffusione del porta a porta in tutta la città per sconfiggere il fenomeno della migrazione dei rifiuti, o il forzista Giulio Tantillo che ha sottolineato il problema culturale e ha chiesto come affrontare al più presto il problema delle discariche abusive. Sui disservizi il vicesindaco Marino non ha dubbi: “Rap vive degli introiti derivanti dalla Tari, con il livello di evasione che abbiamo in città – ha sottolineato – non può stupire la mancanza di liquidità che non consente l’espletamento efficiente dei servizi”.
In base ai dati del Comune il 67 per cento delle aziende e il 39 per cento delle famiglie palermitane non paga la tassa sui rifiuti. “Sempre per questa mancanza di liquidità è impossibile al momento implementare il porta a porta – ha spiegato Marino – questo genere di ritiro comporta un maggiore impiego di tempo e risorse che al momento non ci possiamo permettere”. La strategia che l’amministrazione ha deciso di adottare per migliorare la situazione si baserà su tre strumenti: “Comunicazione e diffusione della cultura ecologica, sanzioni e implementazione del personale di vigilanza – ha detto Marino -”. Come anticipato da Livesicilia a questo scopo, per esempio, i settanta dipendenti di Palermo Ambiente sono confluiti in massa all’interno di Rap. L’altro obiettivo che si è prefissato il Comune è quello di portare al 40 per cento la differenziata in città, su questo aspetto però i dati non sono incoraggianti: “Quando è partito il progetto Palermo differenzia cinque anni fa – ha detto il dirigente dell’ufficio Ambiente Francesco Fiorino – nelle zone scelte era il 60 percento la quota dei cittadini che seguiva le istruzioni per la differenziata, oggi la percentuale è scesa al 44 per cento. L’operazione ha perso appeal dando luogo al fenomeno della migrazione dei rifiuti”. In ogni caso oggi il servizio verrà potenziato per raggiungere l’obiettivo fissato. A tale scopo il Comune ha già il piano delle zone che nei prossimi anni dovranno fare la differenziata che arriveranno ad abbracciare anche il centro storico, poi via Messine Marine e Brancaccio.
Reset. Anche la partecipata guidata da Antonio Perniciaro, presente ieri in aula, vive un momento di grossa crisi: da ieri gli operai sono in agitazione per la decisione dei vertici dell’azienda di bloccare il pagamento di ferie, permessi e straordinari per evitare squilibri sul conto economico aziendale. Squilibrio possibile visto l’ammanco di fondi nel bilancio: il comune deve ancora più di un milione di euro per servizi resi da contratto e l’azienda deve gestire anche un buco di 3 milioni che avrebbe dovuto incassare per servizi aggiuntivi finanziati grazie al Patto per il sud. Ma l’azienda nata dalle ceneri di Gesip e che si occupa di manutenzioni e verde pubblico ad oggi non ha visto rientrare questi soldi, gettando nel panico i lavoratori. Operai che hanno già dovuto digerire una riduzione di stipendio e di ore, ma che da ieri hanno deciso di incrociare le braccia. “L’amministrazione comunale non ha rispettato l’accordo sottoscritto nel 2014 – hanno accusato i sindacati – Dunque le considerazioni della società rispetto alle previsioni di budget sono fuori luogo, intempestive e rigettate nella loro totalità”. Perniciaro ieri in aula, nonostante abbia attuato il blocco dei pagamenti degli straordinari e dei permessi cercando di mettere in sicurezza i conti della società, ha definito più volte la situazione “inaccettabile”, sollecitando assessori e consiglieri ad intervenire per scongiurare disordini. Scioperi che potrebbero portare per esempio al blocco delle tumulazioni al cimitero e dei lavori di manutenzione nelle scuole. “Non si discute – ha detto Mimmo Russo in aula – vanno trovati fondi e strumenti per tutelare i lavoratori”. “E’ finito il tempo di dire che va tutto bene – ha detto Alessandro Anello di Per Palermo con Fabrizio – I vertici delle partecipate devono essere fino in fondo onesti, dicano chiaramente di cosa hanno bisogno per far funzionare questa città”.
Insomma, le relazioni dei vertici delle partecipate, anche quelle esposte il giorno prima come quella di Antonio Gristina dell’Amat, all’opposizione sono sembrate troppo brevi e ottimistiche: “Anche oggi – ha attaccato Sabrina Figuccia – non ho potuto non notare lo stridente contrasto emerso fra le pochissime criticità illustrate dai vertici delle partecipate e le troppe emergenze della città reale, quelle sotto gli occhi dei cittadini costretti ogni giorno a fare i conti con una totale assenza di servizi, nonostante l’elevatissimo esborso in termini di tasse richieste dal comune”. Più prudente la maggioranza: “Le partecipate sono il braccio operativo del Comune e devono essere potenziate, un utile occasione sarà l’utilizzo dei fondi del patto per il sud o quelli del PON metro – ha detto Dario Chinnici, capogruppo del Pd a Sala delle Lapidi e componente della commissione Bilancio – Queste risorse dovranno essere impiegate in primis per migliorare il servizio della raccolta rifiuti e il servizio di trasporto di Palermo”. Giusto Catania, Sinistra comune, ha attaccato senza giri di parole gli evasori: “Sono i principali responsabili dell’emergenza rifiuti a Palermo. Il livello dei servizi erogati dimostra il grande sforzo che viene prodotto dalle aziende e dall’amministrazione comunale malgrado la contrazione delle risorse pubbliche e i tagli. Questo elemento – ha continuato – sommato dalla drammatica evasione tributaria, ha determinato alcune criticità che è necessario affrontare per migliorare i servizi”.