PALERMO – Il ricorso è inammissibile. Non perché abbia torto la difesa, ma perché è stato eseguito un sequestro generico con troppa discrezionalità per la polizia giudiziaria. Non si può, dunque, ricorrere contro un sequestro formalmente inefficace. Lo ha stabilito il Tribunale della Libertà, presieduto da Emilio Alparone.
Al Tribunale si erano rivolti i legali del deputato Edy Tamajo per chiedere la restituzione dei documenti – agende ed elenchi di potenziali elettori – sequestrati nel comitato elettorale nell’ambito dell’inchiesta per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale.
L’ipotesi è che Tamajo abbia ottenuto preferenze alle elezioni regionali in cambio della promessa di 25 euro a voto. Un’accusa sempre respinta dal neo deputato che ha dichiarato di non conoscere le persone intercettate mentre parlavano di voti comprati. I pm hanno convocato alcuni elettori che hanno confermato di avere ricevuto la promessa di denaro.
Nei confronti di Tamajo i pubblici ministeri hanno disposto una perquisizione “in bianco” senza specificare cosa doveva essere portato via. Era, dunque, necessario il successivo sequestro del materiale passasse dalla convalida del pm.
“La decisione del Tribunale della Libertà ci autorizzerebbe a richiedere la immediata restituzione di tutto ciò che la Guardia di Finanza ebbe a sequestrare presso la segreteria dell’onorevole Tamajo – spiegano gli avvocati Nino Caleca e Giovanni Castronovo -. Purtuttavia, seguendo le indicazioni del nostro assistito riteniamo di non avanzare alcuna istanza di restituzione. La completezza delle indagini potrà così accertare l’assoluta linearità del comportamento di Tamajo nel corso della campagna elettorale. Restiamo a disposizione dell’ufficio della Procura per qualsivoglia ulteriore chiarimento,auspicando solamente una celere conclusione delle indagini”.