PALERMO – La pioggia, le nevicate in montagna e la tanto attesa dichiarazione di stato di emergenza, salvano di nuovo i palermitani dalla turnazione idrica, almeno per il momento. Lo ha ribadito ieri sera ufficialmente anche a Sala delle Lapidi la presidentessa dell’Amap Maria Prestigiacomo convocata la settimana scorsa dai quaranta consiglieri. Una lunga seduta quella che si è svolta ieri, in cui i vertici Amap hanno snocciolato, incalzati soprattutto dalle domande dei capogruppo dell’opposizione Fabrizio Ferrandelli, Ugo Forello, Mimmo Russo e Giulio Tantillo, ogni aspetto dello stato di salute delle reti cittadine e della crisi idrica in atto nella città di Palermo. Cosa è stato fatto e cosa si farà per evitare le turnazioni? Quali poteri andranno al presidente Nello Musumeci adesso che il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza per rifiuti e acqua? Come affrontare perdite idriche e amministrative combattendo l’abusivismo? Questi i temi principali posti sul tavolo dalle opposizioni a cui la numero uno dell’azienda acquedotti a risposto in maniera puntuale.
Turnazione. “Grazie alle piogge e alle nevicate di questi giorni possiamo dire che al momento è certamente da escludere ogni tipo di turnazione. Se Protezione civile e Governo nazionale però ce lo dovessero chiedere saremo pronti, i piani di emergenza li abbiamo”. Con queste parole Prestigiacomo mette un punto all’argomento razionamento in città. “Per evitarlo non abbiamo solo sperato nella pioggia – sottolinea la presidentessa – abbiamo anche messo in rete acqua proveniente da dieci pozzi di nostra proprietà e attendiamo il decreto attuativo della Protezione civile per requisirne altri sei, molti della zona di Ciaculli e Falsomiele”. In questi giorni di maltempo, in base ai dati dell’Osservatorio regionale delle acque, sono stati accumulati nei quattro invasi che riforniscono la città, Piana degli albanesi, Rosamarina, Poma e Scanzano, quasi 5milioni di metri cubi d’acqua. “Una vera manna per le nostre riserve – dice il dirigente Mario Cassarà – ma se si considera che in un anno la città di Palermo impiega 100 milioni di metri cubi d’acqua, questi 5 milioni sono ben poca cosa. L’emergenza c’è ancora, guai a dire che è stata completamente scongiurata”.
Perdite idriche e amministrative. Un punto su cui i consiglieri hanno voluto delucidazioni è quello che riguarda le zone di Palermo dove, di fatto, l’acqua non arriva tutti i giorni. Nello specifico si tratta dei quartieri Brancaccio, San Lorenzo, Resuttana, Pallavicino Boccadifalco, Villagrazia. “Questa situazione si viene a presentare perché, nonostante la rete idrica di Palermo sia nuova ed efficiente all’ottanta per cento, esistono zone invece in cui la rete è vetusta – spiega Prestigiacomo – quindi l’erogazione dell’acqua non può avvenire a pieno regime, rischieremmo ulteriori danni”. Al momento però le uniche reti che verranno potenziate, in base ai progetti presentati da Comune e Regione per ottenere dalla Protezione civile il riconoscimento dello stato d’emergenza, saranno quelle di Bocca di Falco e Villagrazia, quindi i restanti quartieri palermitani dovranno attendere. Disagi però vengono segnalati anche in altre zone della città: “Il problema – spiega la numero uno dell’azienda acquedotti – è da imputare all’abbassamento della potenza di erogazione predisposta dalla Regione per cercare di risparmiare risorse. Al momento siamo arrivati ad una potenza di poco più di 2mila metri cubi al secondo”. Questa potenza ridotta produce il dannoso effetto di lasciare praticamente a secco chi vive ai piani più alti. Per quanto concerne invece le perdite amministrative, ovvero gli allacci abusivi, la presidentessa dice di avere le mani legate: “Una legge nazionale tutela le famiglie che vivono in condizioni di abusivismo da lungo periodo – spiega – in quest’ottica abbiamo chiesto in più sedi la possibilità di concedere a queste famiglie almeno una sorta di mini condono in maniera tale da poter installare i contatori e interrompere questa emorragia di acqua sottratta alla rete in maniera illecita. Ma al momento sembra non essere possibile”.
Prossimi interventi. In attesa che l’ordinanza del Consiglio dei ministri venga pubblicata in Gazzetta ufficiale – il documento detterà precisamente le linee guida che il commissario e i due sub commissari preposti alla gestione delle emergenze dovranno seguire – Prestigiacomo ha esposto a Sala delle Lapidi quali potrebbero essere gli interventi strutturali che Comune e Regione vorrebbero mettere in campo per affrontare al meglio l’emergenza e per dotare a lungo termine la città di migliori infrastrutture. Intanto stop definitivo ai rifornimenti idrici delle grandi navi da crociera in città: dopo l’alt di Roma e Napoli, le ammiraglie delle principali compagnie marittime non potranno fare il pieno di oro blu nemmeno qui in città. Parlando invece di infrastrutture, fra queste L’Amap punta tutto sui dissalatori: con un investimento di circa 3 milioni di euro si vorrebbe installare 6 mini dissalatori per depurare l’acqua salmastra di Presidiana, fonte vicino Cefalù che verrà integrata per portare acqua a Palermo. Ma la vera svolta, con un investimento di 40milioni di euro cofinanziato con fondi interni Amap, potrebbe portarla un grande e imponente dissalatore da installare nella costa nord, tra Isola delle femmine e Carini, che porterebbe alla rete cittadina e dei comuni limitrofi mille litri d’acqua al secondo. Dissalatore pensato in un’ottica totalmente green che, grazie ad una stretta collaborazione con Enel, sarebbe alimentato solo grazie ad energie alternative. Oltre ai dissalatori L’Amap procederebbe con un intervento definitivo del valore di 48 milioni sulla sorgente di Scillato, a mezzo regime a causa di un crollo avvenuto anni fa e di un ripristino parziale effettuato soltanto l’anno scorso.
Le reazioni. “La crisi idrica è frutto di scelte politiche sbagliate della Regione che ha privatizzato con Siciliacque le risorse idriche – ha sottolineato in una nota il consigliere di Sinistra Comune Giusto Catania – La scelta di Amap di continuare a garantire il servizio, in una gestione pubblica, è l’antidoto per evitare l’interruzione del servizio ed evitare che i rubinetti rimangano a secco. Attendiamo di comprendere le azioni del nuovo commissario straordinario e delle strategie previste dalla dichiarazione di stato di emergenza”. “La crisi idrica si risolve con i dissalatori – ha detto Dario Chinnici, capogruppo del Pd in Consiglio – Bisogna investire su questo e sulle reti idriche. Soltanto così si può dire basta a tutte le emergenze che potrebbero nascere in futuro”. “Bisogna investire sul potenziamento delle reti, gli ultimi interventi risalgono alla programmazione degli anni ’90 – ha detto Rosario Arcoleo, Pd – Da qualche anno si è ripreso a ragionare sugli investimenti. Dieci anni di approssimazione dell’amministrazione Cammarata, nonostante la grande professionalità delle maestranze Amap, rischiano di consegnare a questa città grandi difficoltà e una emergenza idrica che ricorda il tempo dei silos in giro per la città”. “E’ davvero paradossale: prima tutti palermitani pregano il cielo che piova per scongiurare di rimanere senz’acqua, poi appena cadono due gocce, l’intera città, puntualmente come da anni, si allaga mandando in tilt il traffico automobilistico – ha attaccato Sabrina Figuccia – Insomma, non sappiamo cosa dobbiamo sperare: che piova o meno, i palermitani sono comunque costretti a fare i conti con innumerevoli disagi, restando con il dilemma: meglio finire allagati o morire di sete? Ai posteri l’ardua sentenza”.