PALERMO – Vecchia rapina, nuovi intrecci. Si guarda a un episodio del 2014 per scoprire chi ha fatto fuoco contro Gioacchino Alioto, lunedì scorso in piazza Kalsa. Nel frattempo un uomo è stato arrestato perché aveva due pistole in macchina.
Poco dopo l’agguato i carabinieri arrivano nel popolare rione palermitano. Alla vista dei militari un uomo getta via un mazzo di chiavi e inizia a scappare. Lo arrestano. Si tratta di Daniele Ficarotta. Le chiavi aprono la macchina intestata al padre. Dentro vi trovano una Taurus modicata calibro 7.65 e una 357 magnum. Vengono eseguiti degli accertamenti sull’arma e lo stub per verificare se ci sono tracce di polvere da sparo sulla mano di padre e figlio. Ci vorranno giorni per avere gli esiti. A indirizzare i carabinieri sui Ficarotta sono le voci confidenziali del quartiere.
Scavando nella cronaca del passato si scopre che nel 2014 la polizia arrestò Gioacchino Alioto, nipote e omonimo dell’uomo ferito alla Kalsa, e Ignazio Ficarotta, fratello di Daniele. Le accuse erano rapina aggravata, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Erano stati sorpresi dagli agenti mentre scappavano, insieme a due complici, dal negozio Cammarata Sport in viale Regione Siciliana. Bloccati dopo un inseguimento e dopo avere fatto cadere per terra un poliziotto, addosso avevano un passamontagna e uno scalda collo.
Ficarotta e Alioto, due cognomi che tornano di attualità nella storia del tanto omicidio della Kalsa forse avvenuto al culmine di una lite.